Cascata di sassi e fango sopra le grotte di Oliero

Cascata di sassi e fango sopra le grotte di Oliero

Domenica, 23 agosto 2009 - Il Giornale di Vicenza

Una spedizione di studio del "Proteo" ha rischiato di rimanere sommersa. E resta il mistero dell'acqua che scompare dall'Altopiano.

Un fragore improvviso, ben distinto dal violento temporale che da circa un'ora imperversava sopra Oliero, ha fatto sobbalzare il gruppetto di speleologi che all'interno del Covol dei Veci stavano lavorando per il progetto di studio e ricerca sulla più copiosa sorgente che si apre in Valbrenta. Il rumore si faceva sempre più forte, tale da convincere il geologo Francesco Boifava ad uscire dal riparo nella grotta dalla quale esce il ramo più ricco delle acque sorgive dell'Oliero, e, sotto la pioggia battente, cercare di capire cosa stesse succedendo.

«Evviva è arrivato il Tinopal», esulta Boifava che con altri colleghi del Club speleologico "Proteo" ha seguito il progetto di colorazione delle acque dal Ghelpack, in altipiano di asiago. Dal 12 maggio, dei 20 chili di colorante immessi nel corso d'acqua che si inabissa nella zona del caseificio sociale di asiago non è stato rinvenuto alcun segnale nei captori disposti nelle sorgenti lungo la Valbrenta e Valdastico: un fatto quasi inspiegabile.

Lo scherzo di Boifava inizialmente sembrava reale, anche perché le acque trasparenti della risorgiva, che da metà maggio vengono pompate in Altopiano, erano invase da una chiazza marrone chiaro che poteva essere scambiata per colorante artificiale. È bastato alzare lo sguardo per scoprire che, seminascosta dalla vegetazione, una cascata di fango e acqua di portata considerevole si era generata improvvisamente, aprendosi un varco sopra la parete rocciosa e scaricando una gran massa d'acqua e detriti nelle acque trasparenti dell'Oliero.

In pochi minuti tutto il bacino artificiale che raccoglie le acque carsiche del Covol dei Siori, il settore aperto alle visite turistiche, e davanti al Covol dei Veci in cui gli speleologi stavano lavorando per la determinazione delle portate, è diventato scuro e limaccioso.

Lo speleosub trevigiano Alessio Fileccia ha continuato imperterrito le sue misurazioni; mentre gli speleologi che stazionavano nel versante della cascata hanno provveduto speditamente a far dietrofront per togliersi dalla difficile situazione in cui si erano venuti a trovare, in quanto il nuovo corso d'acqua impetuoso aveva di fatto tagliato loro la via del ritorno. Con qualche difficoltà, i due sono riusciti a superare indenni il fiume di fango e a tornare sul sentiero.

Per quanto riguarda le misurazioni sulle portate della sorgente del Covol dei Veci, quella più importante, a monte della grotta turistica (Covol dei Siori), i risultati hanno dato una portata di 1,8 metri cubi al secondo ad inizio agosto; mentre la prima rilevazione del maggio scorso, quando le portate erano cospicue, aveva dato il risultato di ben 4 metri cubi al secondo. Il lavoro degli speleologi proseguirà con la determinazione anche delle portate e la misurazione dei livelli sia del Covol dei Veci che di quello dei Siori, cioè di tutto il bacino dell'Oliero.

(a firma di Giancarlo Marchetto)