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Sbrikkaloch e fiaretta
scoperta di una nuova grotta

Attività svolta Domenica, 26 Luglio 2020

Partecipanti: Elena, Giacomino, Jack, Mus, Nino
Altri partecipanti: Alberto

Ci troviamo come sempre alle9 a casa di Giacomo e Dopo il consueto caffè dalla Pea, partiamo con destinazione Campomulo. Parcheggiamo nel piazzale del rifugio e poi su verso Fiaretta e lo Sbrikkaloch. L’ultima volta che volevamo scendere in questa splendida cavità ci siamo fermati perchè era crollata una parte della dolina d’ingresso. In questa grotta c’è ancora molto da esplorare, oltre che da portare avanti il rilievo, e stamattina vogliamo valutare se, aiutati dal legname che ci fornirà la tempesta Vaia, sia possibile mettere in sicurezza lo stretto ingresso che dà sul primo pozzo. Giunti alla grotta vediamo che la frana è rimasta tale e quale allo scorso anno e che nelle vicinanze il materiale ligneo da poter usare non manca. A questo punto, dopo aver deciso che in un prossimo futuro torneremo armati di motoseghe, facciamo una battuta in zona. Loris si ricordava che molti anni fa, assieme all’angelo Stern, aveva sceso un pozzetto di una quindicina di metri che si apriva lungo una trincea. A due-trecento metri dallo Sbrikkaloch un paio di trincee salgono ripide perpendicolari al monte e imbocchiamo la prima alla ricerca della cavità. In un paio di gallerie alla base del monte che si diramano dalla trincea scopriamo due forni di pietra con tanto di foro per far uscire il fumo all’esterno, molto ben conservati. Facciamo qualche foto e risaliamo la trincea sino alla cima del monte senza trovare niente. Riscendiamo a valle lungo una trincea parallela che raggiunge dei punti panoramici molto belli ma anche in questa niente buchi. Tornati alla quota dello Sbrikkaloch, anziché rifare la strada da cui siamo venuti, ci manteniamo sulla destra dove n’altra trincea serpeggia per un lungo tratto orizzontale. Non è certamente quella del buco che cerchiamo ma diamo lo stesso un’occhiata. Dopo un centinaio di metri, in un punto dove i militari hanno scavato per 3-4 metri, Loris, che precede il gruppo, si trova davanti ad un pozzo di due metri di diametro, anche pericoloso in quanto si apre improvvisamente dopo una curva della trincea. Lo raggiungiamo e buttiamo giù qualche sasso. I sassi lanciati vanno giù in un ambiente piuttosto ampio e battono per parecchi secondi. Restando cauti stimiamo la profondità sui 50-60 metri. Non è il pozzo che cercavamo ma qualcosa di molto interessante e profondo. E’ molto strano che di un’apertura così evidente non abbiamo mai sentito parlare. Forse in tempo di guerra era stato coperto con del legname, lasciando passare l’aria in uscita che durante l’inverno ha una temperatura decisamente più alta di quella esterna come si usava fare e abbiamo potuto verificare anche al Bertiagoloch. Prendiamo le coordinate col GPS e scendiamo nella strada sottostante, che sale dalle Busette e che distra solo un centinaio di metri dall’ingresso del nuovo pozzo. Lasciamo dei riferimenti sulla strada per quando torneremo e via verso uno spritz alla Shell di Gallio


Scritto da

Nino

Nino Socio G.S.S. dal 1972 (Socio Fondatore del G.S.S.)

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