Un mistero in Altopiano: le acque

Un mistero in Altopiano: le acque "scompaiono"

Lunedì, 22 giugno 2009 - Il Giornale di Vicenza

L'esperimento. Per studiare le acque carsiche il 12 maggio è stato versato dello sbiancante ottico nel Ghelpack.

Asiago. È diventato un giallo come quelli classici dell'estate quando vengono segnalati giaguari o pantere nere. Il 12 maggio scorso lungo il torrente Ghelpack, circa un km a valle del depuratore di Asiago, sono stati immessi ben 20 kg di Tinopal CBS-X, uno sbiancante ottico assolutamente innocuo per la salute, approvato dalla Regione Veneto e già testato in Lessinia. L'acqua del Ghelpack ha assunto una colorazione dapprima blu notte, quindi di un azzurro opaco ma in meno di 24 ore la situazione è tornata alla normalità. La colorazione delle acque del Ghelpack è stato il momento centrale del progetto di studio e ricerca sulle acque carsiche che vede impegnati l'assessorato alle Risorse Idriche della Provincia ed il Club speleologico Proteo di Vicenza in simbiosi con Arpav ed il Servizio acque interne dell'area tecnico-scientifica, il Gruppo grotte 7 Comuni di Asiago, Gruppo grotte Giara Modon di Valstagna, Etra, l'Asl di Bassano ed il patrocinio della Fsv.

La scelta del torrente Ghelpack trova spiegazione nel fatto che nei periodi di piena, in un tratto di circa 100 metri, le acque del torrente sono totalmente inghiottite dal sottosuolo. Le acque contaminate dal tracciante seguono percorsi diversificati nell'altipiano calcareo, ma alla loro uscita nelle sorgenti della pianura vengono rilevate da captori, semplici garze sterili che come una pellicola fotografica registrano il transito delle acque meteoriche dell'altopiano.

Il fine è quello di poter comporre una sorta di puzzle ipogeo per comprendere le modalità di circolazione delle acque profonde dall'altopiano alla pianura. Ebbene, da quel lontano 12 maggio, nessuna traccia è stata rilevata di passaggio delle acque nell'Oliero che raccoglie la più parte delle acque meteoriche dell'altopiano di Asiago; ma a destare ancor più dubbi è il fatto che neppure i captori dislocati vicino alle altre sorgenti lungo la vallata del Brenta e della Valdastico hanno dato alcun esito sul transito delle acque contenenti il tracciante.

L'esperimento di tracciamento condotto nel 1985, in quell'occasione con la flourescina, un colorante verde intenso aveva confermato come le acque dell'altipiano vadano per la più parte ad arricchire la sorgente dell' Oliero. Gli interrogativi dei ricercatori sono anche dati dal fatto che in linea d' aria il vecchio tracciamento era stato fatto e circa 1 km di distanza e che in poco più di 24 ore aveva dato gli effetti sperati facendo diventare di un verde acceso l'Oliero.

Ad oltre un mese dal tracciamento, invece, ancora buio pesto sul passaggio delle acque con l'indicatore eppure, quando è stata fatta l'operazione, il Ghelpack riversava nel sottosuolo circa 15 litri al secondo. Tra la zona dello sversamento del Tinopal e le risorgive di pianura ci sono circa 12 km che in condizioni eccezionali come nel caso dell'evento piovoso del 13 maggio 2006 (c'era l'Adunata degli alpini) già il giorno seguente mandò in piena l'Oliero. Dal 12 maggio non ci sono più stati eventi meteorici importanti in Altipiano: ma le acque del Ghelpack che fine hanno fatto? Va precisato che basta un quantitativo infinitesimale, nell'ordine di microgrammi per far scattare l'allarme ma sino ad oggi sia Etra che Arpav che ricevono direttamente via telematica il segnale dagli strumenti, non hanno registrato alcuna anomalia.

(a firma di Giancarlo Marchetto)