Scatta la caccia ai segreti delle acque beriche

Scatta la caccia ai segreti delle acque beriche

Giovedì, 16 Ottobre 2008 - Il Giornale di Vicenza

La ricerca. Siglato l'accordo tra la Provincia e il club speleologico Proteo: già posizionata una sonda, poi arriveranno traccianti e "captori" e primi risultati in 24 ore

A caccia delle acque nascoste. L'assessorato alle risorse idriche della Provincia ha siglato un accordo con il club speleologico Proteo di Vicenza per un progetto finalizzato alla ricerca e studio delle acque carsiche.

Per oltre due terzi il territorio della provincia di Vicenza è montuoso e collinare, ma è soprattutto uno straordinario scrigno di oro blu ed in quest'ultimo decennio nel nostro paese l'utilizzo idropotabile delle acque carsiche è passato dal 30% ad oltre il 70%. Ad esempio per la totalità del fabbisogno idrico della capitale provvede la sorgente Peschiera sul Gran Sasso, la più ricca nel nostro paese.

Ebbene, dopo il Peschiera il secondo giacimento più generoso d'Italia è l'Oliero.

A tavolino l'assessore Paolo Pellizzari ed i ricercatori del club Proteo hanno individuato il primo campo d'azione. Va detto che una task-force del Cs Proteo da un biennio porta avanti un piano di monitoraggio delle principali sorgenti della provincia in particolare dell'altopiano Faedo-Casaron per il quale ha instaurato una collaborazione con l'Avs (Alto Vicentino Servizi) di Thiene.

L'allarme del mondo speleologico in una situazione in rosso nel rapporto tra consumi e ricarica della falde è giustificato dagli sprechi e soprattutto dall'utilizzo sconsiderato delle grotte come discariche delle grotte (sono oltre 4.200 in provincia) generate e percorse dalle acque sotterranee che poi finiscono sulle nostre tavole.

Primo incarico agli speleologi vicentini del Cs Proteo che hanno allargato la collaborazione ai colleghi del Gruppo grotte Cai di Schio, il Gruppo grotte di Malo e il Gruppo grotte dei 7 Comuni di Asiago, è un progetto di ricerca e studio del comportamento delle acque nel loro percorso ipogeo dall'Altopiano di Asiago sino alla sorgenti della Valsugana, in particolare quella più copiosa dell'Oliero.

Soci di diritto nel progetto l'Etra, la società delle acque per il bassanese e l'altopiano e l'Arpa Veneto.

Come segugi i ricercatori vicentini (geologi, speleologi, chimici e biologi) dovranno cercare di individuare quale percorso seguano le acque meteoriche che in appena 24 ore dal tavolato calcareo di Asiago attraverso le fenditure rocciose scendono a valle per riemergere nelle principali emergenze già localizzate nella Valsugana ed in Valdastico e principalmente ad Oliero.

La grotta-sorgente di Oliero, nota in quanto meta turistica, è la più cospicua sorgente del Veneto (circa 8 milioni di metri cubi giornalieri): da sola drena circa l'80% delle acque dell'altopiano ma gli studi sulle portate sono degli anni '60 e degli anni '80 quelli relativi alla circolazione nel sottosuolo.

La prima operazione nel "Progetto di tracciamento altipiano di Asiago-Oliero" concordato tra l'assessore Paolo Pellizzari ed il presidente Roberto Farinati del Cs Proteo è stata l'individuazione di una zona di forte assorbimento in altopiano quindi sono state effettuate le prime verifiche sulle risorgive di pianura.

Il progetto è ora entrato nella fase più viva attraverso il posizionamento nell'Oliero (Covol dei Veci) di una sonda multiparametrica (Livello, temperatura, conducibilità) finanziata dalla Provincia di Vicenza per la registrazione in continuo al fine di capire l'idrodinamica della sorgente. I geologi Luca Dal Molin e Francesco Boifava del Cs Proteo, l'ingegnere ambientale Anna Filotto della Provincia, il geologo-speleologo Lucio D'Alberto dell'Arpav hanno messo in loco la sonda che ha iniziato ad immagazzinare dati. La parte più interessante e coinvolgente del progetto avverrà in un prossimo futuro con l'inseguimento sotterraneo delle acque attraverso l'uso di traccianti e di captori: traccianti immessi nei corsi d'acqua effimeri in altopiano in coincidenza con forti eventi meteorici, e captori posizionati in corrispondenza delle risorgive.

Esperimenti analoghi sono già stati fatti negli anni '80 ma in quest'occasione si è preferito il nuovo Tinopal Cbs-X, colorante artificiale assolutamente innocuo per la salute, anziché la flourescina. Per le modalità dell'operazione sono stati coinvolti anche l'Etra e l'Asl di Bassano del Grappa. Tale sistema di verifica sulla circolazione delle acque profonde è già stato testato in Lessinia ed è stato approvato dalla Regione.

Nello spazio di appena 24 ore le acque contenenti l'indicatore saranno già rilevabili in pianura.

Sulla scorta dei dati raccolti dai captori sarà possibile poter stabilire qual è il percorso delle acque carsiche, in quale percentuale interessano le sorgenti della Valsugana e Valdastico soprattutto per un obiettivo, quello di prevenire od intervenire in caso di fenomeni d'inquinamento. Non va infatti dimenticato che dall'Oliero alla volta dell'altipiano di Asiago nei mesi estivi vengono aspirati mediamente 120 litri al secondo. La task-force guidata dal Cs Proteo dovrà inoltre considerare i dati pluviometrici e della copertura nevosa ed inoltre prendere in esame i dati meteorologici.

Il progetto diventa affascinante quando si entra nella fase cruciale, quella dell'analisi dei dati raccolti, indispensabili ai fini della tutela del patrimonio idrico ed alla luce del fatto che Rovigo e Ferrara il cui approvvigionamento dai grandi fiumi Adige e Po si fa sempre più oneroso, stanno bussando alla nostra porta.

Giancarlo Marchetto