Il torrente si colora di verde

Il torrente si colora di verde

Giovedì, 27 maggio 2010 - Il Giornale di Vicenza

Versata Fluorescina nel Ghelpack per segnare il percorso di 11 chilometri verso Oliero. Si conclude così il progetto voluto dagli speleologi del Proteo e dall'Ulss in collaborazione con la Provincia.

È passato più di un anno del 12 maggio del 2009 quando i ricercatori del Club speleologico "Proteo" hanno immesso, nel letto del torrente Ghelpack, 20 chili di tracciante. Il Tinopal Cbs-X, sbiancante ottico assolutamente innocuo per la salute, approvato dalla Regione Veneto e testato in Lessinia, avrebbe permesso di comprendere le modalità di circolazione delle acque profonde. Acque, che dall'altopiano alimentano le sorgenti delle due incisioni della pianura: la Valle del Brenta e la Valdastico. Tentativo fallito e, per questo, ora ci si riprova con un nuovo tracciante che colora l'acqua.

ANALISI. La colorazione del Ghelpack era stata effettuata nel quadro di un progetto di studio e ricerca sulle acque carsiche che vede impegnati l'assessorato alle risorse idriche della Provincia e il Club speleologico in simbiosi con il Gruppo grotte 7 Comuni di Asiago, Gruppo grotte Giara Modon di Valstagna, Etra, Ulss di Bassano del Grappa ed il patrocinio della Fsv. Gli speleologi asiaghesi, coordinati da Corrado Corradin, avevano individuato alcuni inghiottitoi lungo il corso del torrente. Avevano pure scoperto che nei periodi di piena, in un tratto di circa 100 metri, le acque del torrente erano fagocitate dal sottosuolo.

PERCORSO. Dopo l'immissione del tracciante, c'è stata la lunga ed inutile attesa durata mesi prima di ammettere il fallimento: le acque carsiche contaminate dal tracciante, tornate alla luce in pianura, avrebbero dovuto essere intercettate dai captori, semplici garze sterili che come una cartina di tornasole avrebbero registrato il transito delle acque meteoriche dell'Altopiano. Invece nulla di nulla. Solo piccolissime tracce non significative e la conseguente ammissione, che i 20 chili di tracciante sono finiti in un mare d'acqua.

DISPERSIONE. Il Tinopal, in quantitativo sufficiente per il tracciamento, in realtà si è disperso in troppa acqua rendendo impossibile il rilevamento dagli strumenti. L'ultima scoperta in ordine di tempo, effettuata proprio quest'anno, riguarda la sorgente di Rio Torretta in Val d'Astico nella quale il subacqueo Casati ha percorso una galleria sommersa di 600 metri con dimensioni di 8 metri per 10.

NUOVO TENTATIVO. E siamo all'oggi. Niente affatto scoraggiati gli speleologi del Cs Proteo, sempre con la fiducia ed il sostegno degli stessi alleati, hanno preceduto con un nuovo tracciamento. L'operazione però è stata fatta, sempre nello stesso punto del Ghelpack, ma con la Fluorescina, altro tracciante innocuo per la salute. A differenza del Tinopal, che trasforma l'acqua in un liquido lattiginoso, la Fluorescina da rosso mattone colora l'acqua di un verde molto acceso. Dal punto di tracciamento all'uscita di Oliero sono circa 11 chilometri in linea d'aria. Distanza che, in periodi di piena, l'acqua percorre in poco più di 24 ore stando alle prove effettuare nel 1985.

COLORANTE. In un'ora i geologi Luca dal Molin e Francesco Boifava cooptati dallo studente Enrico Gaspari del "Boscardin" di Vicenza, indirizzo biologico, hanno disciolto il colorante prima di un violento temporale, con acque verde ramarro entrate nel sottosuolo carsico. Ora non resta che attendere che Oliero e le sorgenti registrino il passaggio del colorante. Sulla base delle stime la grotta-sorgente di Oliero, che è la più copiosa sorgente del Veneto (circa 8 milioni di metri cubi giornalieri), da sola drena circa l'80% delle acque dell'Altopiano. Sulla scorta dei dati raccolti dai captori sarà possibile scoprire il percorso delle acque carsiche.

(a firma di Giancarlo Marchetto).