Interessanti rilevazioni nella voragine

Interessanti rilevazioni nella voragine "Marcel Loubens"

Gazzettino - Lunedì, 31 Ottobre 1955

Nella loro settima spedizione, i nostri grottaioli hanno "lavorato" ad una temperatura di zero gradi

La voragine dello Sciasson, intitolata al prof. Marcel Loubens, lo studioso francese morto tre anni or sono mentre stava esplorando la caverna di Lèpineux aperta sulla Pierre-Saint-Martin nei Pirenei, è - per i grottaioli asiaghesi - una vecchia conoscenza. Infatti con la spedizione effettuata alcuni giorni fa la "Marcel Loubens" è stata per ben sette volte "visitata" dai componenti il Gruppo Grotte di Asiago (prof. Marco Stefani, Sandro Brazzale, Renato Gios, Andrea Corà, Giuseppe Rigoni, Roberto Rigoni, Valerio Rigoni, i fratelli Mario, Raffaele e Luigi Bonetti, Evaristo Quagliato, Antonio Benetti e Silvano Fracaro) i quali hanno voluto effettuare questa nuova discesa in voragine allo scopo di rilevare gli strumenti barometri sistemati nella medesima l'8 febbraio 1952.

Nel ventre della maestosa voragine, della profondità di un centinaio di metri, i grottaioli asiaghesi si sentono ormai come a casa loro: discendono per la ripida imboccatura, camminano sul fondo ghiacciato della "Marcel Loubens" come fosse la cosa più naturale del mondo. Ormai la conoscono in ogni suo particolare. Sanno ad esempio che per raggiungere il primo camerone è necessario spiegare 55 metri di scala e sanno pure che lo stesso camerone, con orientazione est-ovest è di forma ellittica, ha l'asse maggiore che misura metri 52 e quello minore circa metri 43.

Sul lato ovest di questa vasta camera i grottaioli asiaghesi hanno ritrovato la lastra compatta di ghiaccio inclinata 45 gradi la quale però, dalle rilevazioni effettuate, è risultata diminuita nel suo spessore di circa un metro, mentre risulta che si sta staccando dalla parete di granito su cui poggia.

Lasciata questa spettacolare cascata ghiacciata alcuni componenti il Gruppo Grotte, orientandosi attraverso un serpeggiante corridoio della lunghezza di metri 30 e della larghezza di metri tre, raggiungevano il laghetto ghiacciato sul quale dovevano constatare non solamente il sensibile abbassamento della distesa di ghiaccio (dai 25 metri rilevati il 21 settembre 1952 lo spessore del ghiaccio è diminuito a metri 24 e cm 35) ma pure la scomparsa pressoché totale delle stalagmiti che nelle precedenti spedizioni erano state rilevate.

Evidentemente nella buia e profonda voragine, in determinati periodi dell'anno, vengono a formarsi delle correnti di aria calda che hanno purtroppo il potere di demolire quei pazienti ricami formati dall'acqua e dal gelo nel giro di decine d'anni. Forse le recenti insistenti piogge, filtrando attraverso i massi della grotta, hanno corroso con il loro persistente potere quelle basi magnifiche, quelle figure di ghiaccio che davano alla "Marce Loubens" una nota di antico, di maestoso e di grandioso.

Per i grottaioli asiaghesi è stata certamente una delusione, ma non è detto che quelle colonne ghiacciate con il tempo non possano riuscire a ricomporsi.

Prelevati gli apparecchi barometrici, che erano stati sistemati in vicinanza del laghetto gelato, i grottaioli asiaghesi appuravano che la temperatura media registratasi nel grembo della voragine negli anni dal 1952 al 1955 è stata all'estate:minima meno 13, massima più 7.

Al momento di questa ennesima discesa nella "Marcel Loubens", i componenti il gruppo grotte di Asiago hanno trovato una temperatura massima di zero gradi.

La spedizione, portata felicemente a termine, non è stata del tutto agevole, soprattutto per la grande infiltrazione di acqua che colpiva quasi di continuo i grottaioli rendendo il lavoro particolarmente difficile. Poi la presenza di massi pericolanti staccatisi dalla volta e caduti sulla cascata ghiacciata e sul piano del laghetto ha anch'essa servito a rendere disagevole questa settima spedizione alla voragine "Marcel Loubens" che, come è noto, trovasi sul Gruppo del Verena sul nostro Altopiano a metri 1560 di quota.

Con questa esplorazione il nostro Gruppo Grotte, dopo una parentesi di inattività, ha ripreso in pieno le proprie funzioni. Infatti è pure in programma, accanto ad altre, la riesplorazione del "Buso delle Banchette" nei pressi della Frazione di Castelletto di Rotzo dove esiste un cunicolo ancora sconosciuto. La prima esplorazione del "Buso delle Banchette", effettuata parzialmente, data dal 21 giugno 1953.

Dals