Sabato al Museo, giovedì al Tuar
Partecipanti: Elena, Jack, Marchetto, Marco Minsele, Marcone, Monica, NinoSabato 18 scorso siamo stati impegnati come gruppo al Museo dell'acqua in occasione della Notte Europea dei Musei. C'eravamo un pò tutti ed è stata una serata intensa e divertente.
Alle 18.30, come da programma, la serata ha avuto inizio con la presentazione della mostra dal titolo " La classe è acqua" alla quale vari artisti hanno dato il loro contributo con opere di scultura, pittura, fotografia, filmati e musica strettamenti connessi in un unico evento che resterà aperto fino ai primi di luglio e che naturalmente vi invitiamo a visitare. Oltre che per l'allastimento della mostra noi eravamo impegnati a ricevere gli ospiti del museo, ad organizzare il rinfresco e dalle ore 21 in poi a cucinare "panini onti" per tutti fino a tardi, mangiando e bevendo abbondantemente. Di conseguenza, domenica 19 niente grotta.
Martedì sera alle sei siamo di nuovo al museo per smontare il gazebo-cucina, portare via barbeque e immondizie e sistemare il bar. Siamo io, Monica, Marco Minsele e Giacomo. Ed è proprio mentre spostiamo tavoli e ammucchiamo immondizie che ci sovviene un'idea malsana: giovedì sera, anzichè cazzeggiare come al solito alla riunione settimanale in sede potremmo andare al tuar per vedere se il misero meandrino visto l'ultima volta ci può portare da qualche parte. La sera stessa Jek mette il messaggio sul sito (abbiamo deciso che da adesso basta sms per sapere dove si va, usiamo il web, che va di moda). Rispondono in parecchi e giovedì alle sette alla fina siamo in sette. Ci siamo io, Jek,Monica, Elena e per la prima volta insieme, i tre Marchi. Viene giu un'acqua della madonna. Decido di prendere il mio ducato da lavoro così almeno potremo cambiarci all'asciutto. Lungo la strada che ci conduce alla grotta scende un vero e proprio fiume, arriviamo allo spiazzo sul Bertiaga, e ci combiamo. Al momento del rito del panino che siamo soliti consumare prima di entrare, Giacomo si accorge di aver dimenticato i due salami che doveva portare. Ci accontentiamo di un pezzo di pane col poco formaggio che abbiamo e poi sotto l'acqua scendiamo all'ingresso che dista dale macchine un centinaio di metri. Lo scivolo d'ingresso sembra un piccolo torrentello e com'era prevedibile tutta la grotta gronda acqua. Mi avvio per primo seguito da Marcone, Marco panda e tutti gli altri a ruota. In meno di mezz'ora siamo tutti e tre sul fondo e Monica e Marco 3 ci raggiungono poco dopo. Iniziamo a spostare delle grosse lame e dei blocchi che stanno sopra alla posibile prosecuzione. Si intravede un meandrino largo una decina di centimetri da cui esce un pò d'aria. In breve tiriamo su un sacco di roba mossa e poi passiamo a demolire la roccia. Comincio a scavare vicino al fondo del meandro che sembra proseguire in leggera discesa e poi curva a sinistra ma le sue dimensioni sono proibitive e scavare in spazi tanto angusti è davvero difficile. Dopo una mezz'ora arrivano anche Jek e Elena che si sono fermati a vedere una possibile prosecuzione a metà del penultimo pozzo.
Sembrava dovessero trovare un meandro e invece ci raccontano di aver risalito un bel pozzo per una ventina di metri. Questa grotta è davvero incredibile, ovunque guardi ci sono dei vuoti, sembra un insieme di reticoli paralleli che puntano in profondità. Giacomo mi da il cambio nel meandro e inizia a scavare nella parte alta della condotta. Questa sua scelta si rivela subito vincente in quanto riesce a staccare dei grossi blocchi che tiriamo fuori e in poco tempo avannza di 3 o 4 metri fino ad arrivare a vedere che il meandro prosegue girando a destra. Prova a lanciare dei sassi ma per il momento niente pozzi. Ci dice invece che gli sembra di sentire un lontano rumore di acqua che scorre, forse una cascata. Questa scena ci sembra di averla gia vissuta qualche anno fa alla Giasara e in quell'occasione gli sviluppi furono clamorosi. Guardando l'ora mi accorgo che è già venerdì, gli altri sono già usciti e ci avviamo anche io, Jek, Elena e Marco 3. Fuori è un diluvio, trovimo gli altri già cambiati in furgone. Siamo infangati e bagnati e tutti apprezzano il fatto che per lo meno ci si può cambiare all'asciutto. Torniamo ad Asiago sotto ad un nubifragio ma all'una siamo al bar sport per uno spritz macchiato e poi a nanna, domani si lavora.
Commenti (3)
patao
Ancora qualche uscita e sfondiamo anche il passagggio a -50, ne sono certo
Monica Ravagli
Elena Minuzzo