Bertiagaloch, insistere.
stavolta manca poco
Partecipanti: Davide, Elena, Jack, Nino
Non piove da parecchio, tempo ideale per tornare agli abri per finire il lavoro sul 70 iniziato sotto al diluvio lo scorso 9
Novembre. Questi erano in verità i nostri propositi per questa domenica ma la curiosità per vedere cosa c'è in fondo al
bertiaga oltre il meandro prevale su tutti i buoni propositi. Oggi siamo in 4, al solito trio si è aggiunto, con nostro
grande piacere, Davide che per questa domenica non lavora. Le temperature sono ben sopra lo 0 e sulla strada che porta al
Bertiaga c'è ancora meno neve di martedì scorso. Arriviamo con le auto (munite di permesso) fino a pochi metri dall'ingresso,
panino, ci si cambia velocemente e giù. Il pozzo d'ingresso con l'enorme frana sospesa è sempre un pò inquietante ma si
supera in un fiato e in poco più di mezzora siamo tutti in zona scavo. Son passati solo 5 giorni da quando abbiamo capito
che oltre il meandro c'è qualcosa che ci aspetta. Era già sera quando l'esile Elena era ,a fatica, riuscita ad affacciarsi su
quello che appariva come uno stretto pozzetto ma in quel frangente batterie ed energie erano ormai esaurite. Il lavoro che ci
attende è sicuramente impegnativo in quanto dobbiamo riallargare i circa 8 metri di meandro che portano al pozzetto per poter
tirar fuori tutto il materiale di scavo. Siamo belli carichi e fiduciosi. Notiamo che oggi c'è molta meno aria rispetto a
martedì scorso. Ci alterniamo senza sosta facendo il passamano a tirar fuori sassi e dopo 6 ore di duro lavoro il meandro
assume dimensioni umane. A mano a mano che passa il tempo l'aria aumenta considerevolmente e incomincia a darci fastidio.
Sembra di stare nei tratti ventosi della giasara. Per dare un'idea del lavoro fatto basti pensare che il pozzetto che sta
prima del meandro profondo 3 metri, che prima si passava con una tirolese, è ora riempito quasi totalmente da materiale da
scavo. Siamo comunque praticamente sopra il pozzo ed Elena libera dai sassi l'ingresso che si presenta come una stretta
fessura larga 10 centimetri e profonda parecchi metri. Siamo un pò demoralizzati. Entro a mia volta, sposto le ultime pierte,
mi levo il casco, lo infilo in avanti e vedo che appena oltre, quello che è lo sfondamento del meandro, allarga quanto
basta. Mi faccio passare il trapano e comincio a forare. Purtroppo dopo pochi istanti finisce anche l'ultima delle sei
batterie, proprio quando eravamo così vicini a passare. Sono le 5 e un quarto e non ci resta che uscire da questa
meravigliosa grotta. Ancora una volta il Bertiaga ci ha negato la gioia di nuove grandi scoperte che però sappiamo sono ormai
dietro l'angolo. Usciamo in una limpida notte stellata con un forte vento che sibila e squote le cime degli altissimi abeti
che ci sovrastano. E' stata comunque, come sempre, una bella giornata di speleologia e di allegria che concludiamo con il
tradizionale spritz e pizzetta. Novità eclatanti, speriamo , alla prossima.
Commenti (1)
Thierry
Io sono costretto a fare 500km per trovare qualcosa di interessante sottoterra! Snif!
Corragio! tenervi sulla strada giusta.