FINE SETTIMANA AL TUARLOCH

NUOVA FINESTRA A -40

E’ sabato e fa un caldo torrido, infatti dalla pianura, la gente sale a flotte per invadere i nostri boschi alla ricerca disperata di refrigerio, sono le 14.00 e sto facendo qualche lavoretto qua a casa. A un certo punto mi viene una strana voglia…. Chiamo subito Elena, la più affidabile in questo periodo, e le lancio l’idea di andare a farci un giretto in qualche grotta. Lei accetta subito l’invito con piacere, faccio qualche altra telefonata per sentire gli altri ma alla fine siamo solo io e lei e alle 17.00 siamo alla Fina a farci il caffè prima di partire. Si va al Tuar (astinenza???), sappiamo gia’ cosa c’è da fare la sotto ma, ancora una volta siamo convinti che oggi sarà la volta buona. Alle 18.00 siamo già al lavoro dentro al meandro-cunicolo a -80, dobbiamo “solo” sfondare due curve e vedere cosa c’è dietro. Io in prima linea a demolire, Elena che continua avanti ed indietro trasportando materiale. Visto che anche domani si va in grotta, pensando a quanto ci si sporca qua sotto, oggi ho indossato la mia vecchia tuta Pluto, quella arancione, e dopo qualche ora di lavoro mi rendo conto che questa tuta è veramente comoda e si è molto più liberi nei movimenti e pensare che l’avevo decisamente abbandonata. Alle 21.00 abbiamo demolito le due curve, guardo oltre e mi ritrovo davanti altri quattro metri di meandro stretto, sono abbastanza demoralizzato e dopo qualche “strano” pensiero ricomincio l’operazione di scavo. In due ore di lavoro, completo l’opera di allargamento, sempre girato su di un fianco riesco ad infilarmi fino in fondo a quel meandro che sembra voglia proprio respingerci. Ho quasi paura ad andare a vedere cosa c’è dietro l’ennesima curva a sinistra; siamo a circa una quindicina di metri dallo stanzone dove Elena sta depositando i massi estratti. Metto la testa dentro, accendo il superled e mer… di nuovo un metro e un'altra curva a destra, sembra anche largo ma la delusione resta. Esco e lascio passare Elena che prova a lanciare in avanti qualche sasso per sondare il terreno, sembra ci sia una pozza d’acqua e poi, boh! Sono le 23.00, usciamo! Elena ha male ad un piede, un sasso gli è caduto sopra, facciamo intanto delle considerazioni su come è fatto quel tratto finale della grotta, in realtà sembra che la via possa essere anche un'altra. Nello stanzone finale ci sono due arrivi d’acqua e due meandri distinti che sembrano essere la via di scorrimento dei due arrivi, mah! Risalendo guardiamo in giro dappertutto, ci riguardiamo i camini e le finestre a -50, nel pozzone, ma la sorpresa arriva adesso: risalgo in libera un camino che si trova prima del cunicolo artificiale scavato a – 40, e in cima trovo un passaggio abbastanza stretto e non percorribile che da sul pozzone grande dall’altra parte. Guardo con il super led e scorgo una parete dall’altra parte che non mi sembra di avere mai visto, lancio qualche sasso e si sente che sotto c’è un pozzo, Elena è appena dietro di me e non se la sente di ritornare sul pozzone per vedere se c’è un collegamento, il male al piede si fa sentire e poi e’ quasi mezzanotte. Ritorniamo a casa contenti di questa nuova scoperta. Il Tuar comunque ci sta regalando grosse sorprese, certo che se guardavamo meglio quella zona qualche mese fa ci saremmo risparmiati qualche bella domenica di lavoro dentro al cunicolo, però…. Nb: dimenticavo!!!! Per la prima volta abbiamo portato con noi un termometro elettronica all’infrarossso per misurare le temperature nelle varie zone della grotta, nella parte iniziale troviamo 8 gradi, a – 20 ne troviamo 6 e infine sul fondo di nuovo 8-9 gradi.