L'acqua è da tutelare: si sciolgono i ghiacciai pure sotto l'Altopiano

L'acqua è da tutelare: si sciolgono i ghiacciai pure sotto l'Altopiano

Giovedì, 26 Aprile 2007 - Il Giornale di Vicenza

Fra Vicenza e Lumignano un corso Inac

«Siamo i difensori delle acque profonde, un compito difficile ma che soltanto noi speleologi siamo in grado di portare avanti». A sottolinearlo è il geologo bellunese Alberto Riva, responsabile scientifico della Federazione speleologica veneta che ha legato il proprio nome ad importanti ricerche idrogeologiche sulle Dolomiti. «Gli idrogeologi e gli studiosi del territorio valutano porzioni di territorio nel loro insieme ma non sono nella condizione per andare a valutare la circolazione idrica ipogea - spiega -. Il movimento speleologico, al contrario, con pochi mezzi e tanto volontariato porta avanti un lavoro impagabile di conoscenza e di prevenzione nella tutela dell'acqua, un bene da salvaguardare».

Un dato che fa molto riflettere e che vede il Vicentino coinvolto è quello dello scioglimento del ghiaccio fossile nelle cavità dell'Altopiano di Asiago: il ghiaccio è formato da acqua con bassissimo contenuto salino e quindi di straordinaria qualità. Un fenomeno che se da un lato fa felici gli speleologi per i quali si aprono straordinarie prospettive esplorative in grotta, dall'altro è sintomo di un'alterazione climatica inarrestabile e preoccupante.

L'acqua scarseggia in pianura ed anche all'interno dei massicci carsici, non più alimentati dalle precipitazione nevose o dallo scioglimento dei ghiacciai; le falde freatiche denunciano portate modeste. Sul massiccio carsico del Faedo Casaron, nell'area fra Monte di Malo e Castelgomberto, i campionamenti idrici in questi ultimi 6 mesi hanno evidenziato ben 8 sorgenti, sulle 12 monitorate, totalmente disseccate.

Conoscere il cammino dell'acqua all'interno dei massicci per poterla tutelare: questo l'obiettivo dei nuovi paladini delle acque cui toccherà il compito di andare a studiarne il comportamento nelle viscere delle montagne.

Nell'ambito del progetto Inac (Inquinamento acquiferi carsici) rientra lo stage che si è svolto a Vicenza per la parte teorica e Lumignano per le verifiche tecniche su una risorgiva carsica. I maggiori esperti regionali sulle acque profonde hanno toccato i temi più diversi sul comportamento dell'acqua, sulle tecniche di campionamento, sulle analisi e sui relativi protocolli finalizzati al monitoraggio delle acque sotterranee. Vi hanno preso parte 40 persone.

Per la parte tecnica il geologo Vladimiro Toniello ed il chimico Edoardo Bellocchi hanno illustrato le caratteristiche chimiche delle acque e degli strumenti e metodologie di prelievo dell'acqua per la determinazione dei vari parametri fisici, chimici e biologici. Il vicentino Bellocchi in particolare ha parlato della vulnerabilità delle acque i cui processi di depurazione sono estremamente onerosi, ragion per cui è determinante l'informazione, la prevenzione e la tutela in una provincia che vanta la più importante risorgiva carsica del Nord, quella di Oliero.

La Federazione attraverso l'Inac ha istituito un catasto regionale delle più importanti sorgenti. «A Verona - ha spiegato il referente regionale Fiorenzo Annichini - queste sorgenti sono tutte censite e georeferenziate. Ora dobbiamo fare in modo che tutte le sorgenti venete siano accatastate».

Giancarlo Marchetto