Discariche abusive, gli speleologi ripuliscono il

Discariche abusive, gli speleologi ripuliscono il "Tagaloch"

Sabato, 22 Ottobre 2005 - L'Altopiano

Giornata Nazionale della Speleologia – 23, 24 e 25 settembre

Nei giorni 23, 24 e 25 settembre, in coincidenza con la manifestazione "Puliamo il mondo", si è svolta la Giornata Nazionale della Speleologia (GNS) organizzata dalla Società Speleologica Italiana in sinergia con Legambiente.

L'obiettivo di questa iniziativa era di portare all'attenzione del grosso pubblico e delle Amministrazioni Locali il problema dell'utilizzo di grotte naturali e di cavità artificiali come discariche abusive di rifiuti con grave danno alle risorse idriche carsiche e più in generale all'ambiente Ipogeo.

Ricordiamo infatti che su un altopiano carsico l'acqua piovana penetra nel sottosuolo quasi immediatamente, attraverso fratture, inghiottitoi, doline, grotte e tutte quelle morfologie carsiche superficiali che impediscono così la formazione di fiumi o laghi. Una volta nel sottosuolo l'acqua arriva alle sorgenti in poche ore, attraverso le grotte, che, all'interno del massiccio, hanno un andamento prevalentemente verticale.

È stato calcolato che il tempo di attraversamento è di circa 800 m. all'ora, questo significa che l'acqua impiega circa 12 ore per partire da Asiago ed arrivare ad Oliero. Chiaramente in un lasso di tempo così breve non è possibile che si depuri e, se lungo il cammino attraversa un luogo fonte di inquinamento, si trascinerà tutte le sostanze disciolte fino alla sorgente.

Per questo la Federazione Speleologica Veneta ha aderito alla GNS – PIM attraverso l'organizzazione di interventi di pulizia in tre cavità della regione. Una sui Lessini veronesi, una sul Consiglio e una nel Vicentino. La cavità oggetto della pulizia nella nostra provincia è stata individuata sull'Altopiano di Asiago nel Comune di Gallio, in località Campomulo, denominata a catasto "Buso di Busafonda", ma conosciuta dai locali come "Tagaloch" (Dati catastali: n° 0667 – V VI – SC 12 – lat. N 45°55'32". – long. E 0°53'28". – quota 1.460 m. s.l.m. – svil. 67 metri – disl. -52 metri).

Quattro i gruppi speleologici che hanno aderito alla pulizia e che si sono impegnati nelle giornate di settembre: Gruppo Speleologico Padovano CAI, Gruppo Grotte CAI di Schio, Gruppo Grotte G. Trevisiol CAI di Vicenza e il Gruppo Speleologico Settecomuni di Asiago che ha curato l'organizzazione logistica e si è incaricato di progettare e risolvere le problematiche tecniche per l'operazione e quindi di recuperare ed allestire i mezzi necessari affinché i lavori potessero essere svolti celermente ma soprattutto in sicurezza.

La grotta "Tagaloch" è formata da un pozzo, intercalato da una cengia, la discesa è sui 47 m. (come un palazzo di quindici piani). L'andamento del pozzo limita la verticale netta a poche decine di centimetri, ma sufficienti al recupero di materiale dall'alto. La cavità è stata usata, in passato, come discarica di rifiuti di ogni genere. È stata cura dei gruppi partecipanti alle GNS recuperare i rifiuti in superficie per poter essere portati poi in discarica dal Comune di Gallio. La componente tecnica dell'operazione è stata piuttosto complicata a causa della strettoia lungo il pozzo, peraltro molto grande sia all'ingresso che sul fondo. I fusti da 200 litri utilizzati per il recupero, dopo dieci metri di discesa circa, passavano appena. È stato quindi importante posizionare correttamente una fune portante in acciaio sopra la cavità. La fune era lunga 50 m. e vi scorrevano le carrucole per il cavo del verricello. Il verricello di recupero era in dotazione ad un trattore mentre la posizione delle carrucole era garantita da un argano manuale. Grande importanza è stata data alla sicurezza, infatti il fondo della grotta e la strettoia erano visionati con telecamere fisse ed i relativi monitors erano posti presso l'operatore del verricello, questo gli permetteva di controllare la progressione del fusto rallentando il recupero in caso di difficoltà. La telecamera che riprendeva le operazioni nella cavità era collegata anche ad un maxischermo posto in un tendone all'esterno, questo permetteva la visione anche al pubblico che si è presentato numeroso, anche grazie alla magnifica giornata di sole. Inoltre il fondo della grotta era costantemente in contatto con la superficie tramite microfoni, sempre aperti, che garantivano il dialogo tra gli operatori, come fossero stati a pochi metri di distanza.

I fusti recuperati sono stati 39 per un volume quindi di 7.800 litri di immondizie valutati in circa 2.800 Kg. In totale, all'operazione finale, hanno partecipato 28 speleologi e le giornate di lavoro per il Gruppo Speleologico Settecomuni sono state quattro di cui tre per i preparativi.

Il giorno 25 settembre è stata presente anche la presidente provinciale di Legambiente Valentina Dovigo.

Il Gruppo Speleologico Settecomuni, grazie alla Videoloch, ha realizzato un breve documentario sull'operazione che potrà essere utilizzato a scopo didattico e sarà proiettato a novembre durante il Convegno Internazionale di Speleologia che si terrà ad Imagna (BG) mentre, la Federazione Speleologica Veneta, ha realizzato un servizio fotografico in 3D presentato ad "ExpòDolomiti" tenutosi nei giorni scorsi a Longarone.