Per conoscere il GSS

Loch '87 - Bollettino Interno

Sono passati quasi diciassette anni da quel lontano febbraio 1972 in cui vide la luce il GSS.

Nacque grazie all'iniziativa di alcuni giovani, il più anziano dei quali non aveva ancora sedici anni, e tra i quali c'ero anch'io. L'idea ci venne nel sentire i racconti che ci faceva il Silvano Jungar, padre di uno di noi, che aveva a suo tempo fatto parte del vecchio Gruppo Grotte Asiago, protagonista di numerose esplorazioni negli anni '50. Fin da allora, la passione che ci animava era tanta e le numerose "carghe de bote" che ci venivano regolarmente amministrate dai nostri genitori per dissuaderci dall'andare a "busi", non ottennero l'effetto sperato, anzi, ci spronarono. Ci sentivamo dei veri e propri pionieri e ricorderò sempre la prima esplorazione di una verticale, il "Buso del Prunno", profondo dieci metri, disceso su di una scaletta di corde di canapa i cui pioli provenivano dai manici di scopa sottratti alle nostre madri. E in quell'occasione Massimo Jungar figlio di Silvano, per non incorrere nell'ira paterna si infilò i vestiti alla rovescia di modo che non si notassero subito le tracce di fango. Per fortuna, quei tempi eroici furono di breve durata e quasi subito, grazie a qualche manuale, divenimmo padroni delle tecniche di grotta in uso allora. Sono già del '72 le discese alla Voragine dello Zemblen, al Buso del Fagaro, al Buso di Busafonda e in numerose altre cavità minori. Nell'anno successivo il gruppo che era inizialmente formato da 5-6 ragazzi, si allargò fino a contarne una quindicina, si costruirono le prime scalette in acciaio e alluminio e si acquistarono alcune corde da alpinismo per fare sicura.

Purtroppo, all'epoca eravamo ancora tutti minorenni per cui il trasporto dei materiali di esplorazione doveva nostro malgrado avvenire senza mezzi di locomozione, usando bensì un caratteristico ma poco pratico "carrettino a mano". Le uscite, anche per questo motivo, dovevano protrarsi per l'intera durata dei fine settimana con pernottamenti in tenda, in quanto, per raggiungere l'ingresso delle cavità impiegavamo talvolta anche alcune ore. Il gruppo assunse comunque in fretta una struttura ben definita e già l'anno successivo, con l'ingresso di altri nuovi soci, si poterono affrontare esplorazioni sempre più impegnative, tra cui vai la pena di citare quelle al Buso dei Boi, al Buso della Vallunga, all'Abisso di Campo-mulo, al Giacominarloch e alla famosa Spaluga di Lusiana.

Contemporaneamente si ebbero i primi contatti con altri gruppi, tra cui molto importante fu quello con il Gruppo Speleologico Pratese del CAI, con il quale iniziò uno scambio di esperienze durato poi molti anni, e quello con il catasto regionale Veneto. Era il periodo in cui le nuove tecniche di progressione su sola corda stavano soppiantando ovunque le tradizionali scalette ed anche il nostro gruppo si adeguò. Una parte dei nostri sforzi venne pure indirizzata nell'allestimento di mostre, nell'organizzazione di corsi e tutte quelle altre attività che potessero in qualche modo contribuire alla divulgazione della speleologia. Il 1981 ci vide realizzare il filmato a carattere didattico "Loch speleologia in altopiano", della durata di circa 40 minuti, destinato a sostituire le tradizionali proiezioni di diapositive in occasione dei periodici incontri nelle scuole.

Durante questi anni di vita del Gruppo, al suo interno si sono avvicendati una settantina di speleologi provenienti dai vari comuni e tutti, ognuno a suo modo, hanno sempre dato spassionatamente il loro contributo affinché anche la speleologia avesse un suo ruolo seppur marginale nella realtà socio-culturale e sportiva dell'altopiano.

Questo nostro bollettino interno esce in un momento particolarmente importante in quanto le recenti scoperte hanno fatto si che venisse superato un periodo di crisi interna dovuto soprattutto alla mancanza di nuove leve. Queste poche pagine vogliono essere un ulteriore mezzo di divulgazione e testimonianza di quanto è stato fatto fino ad oggi e allo stesso tempo ci auguriamo possano fungere da incentivo a quanti vorranno conoscere meglio, magari in prima persona, la speleologia di casa nostra. (P.R.)