3.2.1. Note generali sui R.S.U. nel Veneto

(Girardi & Pilla 1993)

Per la legge italiana i rifiuti sono "...ogni sostanza o materiale abbandonato o destinato all'abbandono" (DPR 915/82; ART. 1). I RSU sono in realtà una frazione ritenuta poco pericolosa e minoritaria fra i materiali di scarto. É però d'altra parte vero che la tendenza generale odierna è verso un loro aumento (da WORLDWATCII INSTITUTE, 1991), fattore indicativo dello stile usa e getta della nostra società del consumismo.

Per la situazione nel Veneto è particolarmente significativa e chiara la fig. 3 che mostra la produzione comunale di RSU nel Veneto. É evidente che la produzione a livello dell'Altopiano di Asiago è differenziata con valori massimi per i Comuni più legati al turismo e più intensamente antropizzati e con valori minimi per quei Comuni che possiamo considerare ad economia rurale.

Per quanto riguarda il trattamento degli RSU nel Veneto abbiamo già fatto riferimento al piano regionale per lo smaltimento PRVS che ha suddiviso la regione in Bacini d'utenza (BdU) ai quali devono obbligatoriamente conferire i Comuni che ne fanno parte.

La fig. 4 mostra come la suddivisione in BdU tiene sostanzialmente conto dei limiti comunali e provinciali con la sola eccezione del Consorzio Interprovinciale Trattamento Ambiente (CITA), che comprende parte del Padovano e Vicentino. E' evidente che nel determinare tale suddivisione elementi quali la facile riproducibilità del taglio amministrativo (a seguito di accordi comunali preesistenti) hanno avuto il sopravvento su altre logiche quali quella fisicalista, economica, funzionalista.

Ad un osservazione attenta dei siti di distribuzione delle discariche emerge inoltre che gli imoianti sono localizzati in prevalenza in centri con più di 10.000 abitanti, nei dintorni di capoluoghi di provincia o a ridosso di confini di provincia. Spesso i siti sono inoltre scelti indipendentemente dalla compatibilità dell'impianto stesso del substrato fisico e del contesto climatico, compatibilità che minimizzerebbe i rischi ambientali. Disponibilità delle amministrazioni comunali e scarsa densità di popolazione nella zona prescelta appaiono i criteri determinanti per le scelte.

Le conseguenze di tale politica a medio e lungo termine possono essere estremamente negative per l'ambiente. Necessita dunque un ripensamento a riguardo.

Una nota va spesa anche per la serie infinita di Ordinanze e Decreti (61 nel 1990) emanati dal Presidente della Giunta Regionale, in cui si forniscono autorizzazioni a smaltire i rifiuti in impianti ubicati anche molto fuori dei limiti territoriali del bacino di pertinenza. per periodi variabili da pochi giorni a pochi mesi. L'obiettivo minimale di garantire il trattamento dei RSU entro il SdU è stato ampiamente disatteso. soprattutto perché queste strutture si sono dimostrate spesso come strutture burocratiche, poco o nulla funzionali nel gestire in modo sufficiente lo smaltimento, e molto spesso sono state mezzo di ritorsioni e giochi politico-amministrativi con conseguenze disastrose per il territorio.