L'acqua

Loch '88 - '89 - Bollettino Interno

ORO BIANCO

Il nostro altopiano denuncia da anni la mancanza dell'acqua. Questo "bene", essenziale a qualsiasi forma di vita, arriva in effetti sul nostro territorio in modo copioso, sia d'estate che d'inverno.

Purtroppo la natura carsica del terreno ne impedisce il suo scorrimento superficiale incanalandolo in una miriade di fratture.

Attraverso diaclasi, inghiottitoi, grotte e gallerie arriva alle sorgenti, che purtroppo sono ben lontane, soprattutto in dislivello dai sette comuni; questo conferma le enormi spese per il suo riutilizzo. Le falde che tornano alla luce a quote elevate sono poche e di scarsa portata. Gli insediamenti urbani originari potevano essere autosufficienti ma l'industria del turismo ha modificato l'equilibrio uomo-acqua.

Dato per scontato che il problema non è facilmente risolubile, dovremo cercare in futuro di non accentuarlo. L'acqua che noi utilizziamo viene rimessa in circolo verso le suddette sorgenti, si mescola con acque "fresche" e la riportiamo nel nostro acquedotto.

Fortunatamente l'acqua "fresca" è sempre in maggiore quantità, tale da diluire i reflui e renderli ancora potabili. Inoltre nel suo percorso attraverso l'altopiano vi è una auto-depurazione biologica e una forte ossidazione dovuta alla turbolenza.

Questo ha reso finora possibile il suo sfruttamento senza particolare trattamenti. Ma la presenza dell'uomo è sempre più importante; l'acqua che utilizza è sempre maggiore e anche i prodotti che vi immette: scarichi civili, industriali (pochi fortunatamente), prodotti per l'agricoltura e liquami da allevamenti.

Oggi sappiamo cosa ci costa "pompare" l'acqua nelle nostre case e che ci costerà sempre di più dati i problemi energetici; ma non abbiamo ancora un'idea del costo che potrebbe avere un'eventuale depurazione degli effluenti.

Le industrie private e i grossi consorzi di depurazione civile già esistenti hanno a questo riguardo le idee chiare: se un'acqua in entrata può costare qualche centinaio di lire al metro cubo un'acqua depurata può costarne qualche migliaio. Sarà quindi importante trattare il nostro territorio con i "guanti".

Qualsiasi forma di inquinamento superficiale potrebbe riflettersi negativamente su tutta la comunità.

I casi di acquedotti chiusi per contaminazione delle falde sono ormai cronaca quotidiana e questo è un pericolo latente anche per il nostro altopiano.

L'acqua è destinata a divenire "l'oro bianco" del XXI° secolo, come il petrolio è stato l'oro nero del XX° secolo.

Il prossimo capitolo è una nota tecnica sul funzionamento di un impianto di depurazione; non vuole essere un articolo per specialisti del settore ma un'idea sulla difficoltà per rendere riutilizzabile un'acqua "sporca".

LA DEPURAZIONE DELLE ACQUE

Premessa
La vita si è originata 3-4 miliardi di anni fa, negli oceani primordiali; l'ulteriore sviluppo, l'evoluzione fino all'uomo, sarebbe stato, senza acqua, impossibile.

Anche lo sviluppo della civilizzazione umana è strettamente collegato con l'acqua. Nonostante incombenti pericoli di alluvione, insediamenti umani sono stati sempre di nuovo stabiliti lungo le rive di fiumi, laghi e mari.

Già nel passato l'acqua serviva all'uomo non soltanto come importante fonte di sostentamento e di materie prime, ma anche come mezzo di trasporto. Infine, la via d'acqua è stata fino al 19° secolo il più rapido collegamento per i traffici.

Città come Atene, Roma o Venezia hanno conseguito la loro importanza politica, economica e culturale attraverso il dominio dei mari.

Benché da sempre, fiumi e mari vengono inquinati da escrementi, da organismi estinti dal regno animale e vegetale e da sostanze minerali, sono tuttavia rimasti sufficientemente puliti, in virtù del potere di autodepurazione.

Solamente la sproporzionata crescita della popolazione e la industrializzazione hanno provocato, nel 19° e 20° secolo, una minaccia per il prezioso "Bene" acqua.

Nei paesi ad elevato sviluppo, la costruzione delle fognature in grandi città ha portato ad un miglioramento delle condizioni igieniche; nello stesso tempo, la raccolta delle acque di scarico ha costituito una importante premessa per il trattamento delle acque stesse.

Nel centro-europa le acque di scarico industriali vengono sovente depurate, insieme alle acque di scarico comunali (civili), vengono dunque impiegati gli stessi procedimenti.

Talvolta, tuttavia, dalle acque di scarico industriali devono venire preventivamente eliminate determinate sostanze nocive, come per es. ioni di metalli pesanti.

Per l'immissione di acque di scarico in corpi idrici, ma anche nella fognatura pubblica, esistono in molti paesi severe regolamentazioni legislative che, negli ultimi anni, sotto la pressione di una aumentata coscienza ecologica in grandi strati della popolazione, sono state ulteriormente sviluppate.

La tecnica

La depurazione delle acque è eseguita con sistemi chimico-fisici o biologici.

Il seguente schema e la successiva relazione indicano le fasi operative normalmente necessarie per un impianto di trattamento di acque reflue.

Nella grigiatura, vengono allontanate impurezze meccaniche grossolane. E' necessaria una dissabbiatura per evitare una usura delle pompe.

Olii minerali, ma anche sostanze disciolte in forma colloidale, possono venire flocculati mediante aggiunta di elettroliti, per es. sali di ferro o di alluminio.

Per il completamento della precipitazione deve ancora essere regolato il valore del pH ed aggiunto un adatto flocculante.

I costi di un tale pretrattamento, riferiti al volume, sono spesso sensibilmente più elevati di quelli di una depurazione biologica. Un pretrattamento è quindi opportuno solamente se è inevitabile per la protezione dell'impianto di depurazione susseguente.

Olii e grassi possono venire allontanati mediante disoleatori; questo si verifica tuttavia solamente di rado nell'impianto di depurazione ma, più spesso, presso altri insediamenti come per es. una stazione di rifornimento carburanti o un centro industriale per la ristorazione.

Materiali facilmente sedimentabili possono essere separati, in modo economicamente vantaggioso, in una vasca di decantazione primaria. La depurazione biologica vera e propria ha luogo in un "corpo a pioggia" o in una vasca di reazione.

Qui avvengono i seguenti processi:

a) I batteri degradano, con consumo di ossigeno nell'aria, le sostanze organiche, mentre si formano da una parte CO2 ed acqua e dall'altra nuova massa batterica. Per l'aerazione servono, per esempio candele filtranti, iniettori o turbine. Per evitare inquinamenti da odore, le vasche di reazione possono essere coperte.

b) Contemporaneamente, il fango batterico si trova pure nella condizione di sottrarre all'acqua di scarico, mediante adsorbimento, altre sostanze.

Nella vasca di post-decantazione vengono separati acqua e fanghi; l'acqua depurata defluisce attraverso una gronda di troppo pieno, i fanghi vengono estratti dal fondo della vasca.

La maggior parte dei fanghi rifluisce, come fanghi di riciclo, nella vasca di reazione, per immettere la nuova acqua di scarico affluente.

I fanghi di supero, quantitativamente circa 10-50% delle sostanze organiche rimosse, devono essere eliminati.

Dapprima vengono ispessiti, per cui il contenuto in secco aumenta da circa 0,1-1 % a circa il 5%.

In impianti comunali fa seguito frequentemente un processo di putrefazione, cioè un trattamento biologico anaerobico dei fanghi, con il quale una parte della massa organica viene trasformata in metano ed anidride carbonica.

Mediante la putrefazione i fanghi vengono nello stesso tempo trasformati in uno stato igienicamente ineccepibile; dopo una disidratazione, il materiale, ricco di humus, può essere impiegato con l'osservanza delle relative prescrizioni per la miglioria del terreno nell'agricoltura.

Fanghi di impianti di depurazione industriali vengono, di norma dopo un condizionamento, inceneriti con produzione di energia elettrica od avviati ad una discarica.

In bacini idrografici interni, laghi o fiumi, è necessaria, oltre alla depurazione meccanico-biologica delle acque di scarico, una riduzione dei fosfati per evitare una crescita incontrollata di alghe.
I prodotti chimici necessari, per es. sali di ferro o di alluminio, possono essere aggiunti in questo caso in diverse fasi:
Precipitazione primaria, nella vasca di decantazione primaria (pre-decantazione).
Precipitazione simultanea, nella vasca di reazione.
Precipitazione successiva in un terzo stadio separato post-decantazione).

Nel caso dei primi due procedimenti, si verificano unicamente dei costi per i prodotti chimici; un terzo stadio supplementare richiede invece anche elevati costi di investimento; porta però ad una migliore eliminazione dei fosfati.

Con la precipitazione primaria o simultanea sussiste anche il pericolo che nella vasca non sia disponibile sufficiente fosfato disciolto per la biodegradazione; ma se si vuole evitare un terzo stadio, si può considerare il dosaggio dell'agente di precipitazione dopo lo scarico della vasca di reazione.

Corrado Corradin