Buso del Sprunk

Loch 1979-1980-1981 - Organo Interno del G.S.S. - Anno III n. 2

Itinerario

A circa 3 km. da Asiago, proseguendo verso sud (lungo la provinciale della fratellanza) si svolta a destra al bivio Lucca sulla strada bianca del Barrenthal; giunti al cimitero di guerra inglese si deve risalire a sinistra una stradina chiusa al traffico che si inerpica sulle pendici del monte Sprunk. Nel punto in cui la strada si trasforma in mulattiera sulla destra, a pochi passi, si apre la voragine.

Antefatto e storia delle esplorazioni

E' questa una tra le voragini più nominate di Asiago anche per la facile accessibilità visto che la vecchia strada di guerra è stata mantenuta per usi forestali e per scariche nella grotta di rifiuti solidi urbani.

Infatti è stata usata per parecchi anni come discarica e per un largo raggio dall'ingresso si sentiva l'odore sgradevole dei gas che fuoriuscendo si espandevano nel bosco con evidenti danni alla vegetazione circostante.

Notizie precise su possibili precedenti esplorazioni non esistono per quanto ci riguarda, ma sembra che alcuni recuperanti si siano calati all'interno di tinozze per prelevare alcune salme della grande guerra.

A questo punto le notizie sulla profondità raggiunta sono molto divergenti e meritano di essere valutate con cautela.

Fin da ragazzi si era sentito parlare di questo "buso" e le varie versioni sulla profondità si accavallavano a dicerie tipiche della nostra zona; con l'inizio dell'attività speleologica, ogni qualvolta chiedevamo informazioni agli abituali frequentatori dei boschi, ci veniva chiesto se eravamo mai scesi in questa voragine.

Il continuo sentir menzionare "el Sprunk", faceva nascere in noi una lusinga che si spegneva però nell'evidente impossibilità di poter tentare l'impresa.

Sempre, quando andavamo in quei luoghi a far legna o a funghi, passavamo a vederlo convinti ormai che né l'acqua né il tempo ci avrebbe aiutati.

Quando le speranze erano ormai svanite, notammo che la vegetazione attorno all'ingresso era cresciuta rigogliosamente e nessun odore si sentiva più uscire.

Decidemmo che era tempo di tentare la discesa. Andammo alcune volte a ripulire l'ingresso dai sassi pericolanti e un sabato pomeriggio partimmo con l'intenzione di scendere per un primo tratto a verificare l'effettiva possibilità di accesso. Scendemmo per circa 10 mt. limitandoci a valutare la situazione ed individuando i punti di attacco. La settimana seguente, scendemmo fino ad una cengia posta a circa 30 mt. interamente occupata da quei rifiuti che col tempo non si erano degradati (vetri, lamiere, plastica, ecc.) e da alcuni ordigni inesplosi. Dopo un frazionamento la discesa proseguì con un unico salto fino a circa 80 mt. sopra ad un enorme cumulo di rifiuti; la base del pozzo larga circa 15 metri sembrava celare alcuni proseguimenti. Purtroppo a quel punto cominciò a piovere tanto che fummo costretti ad una salita immediata. La volta successiva scendemmo nel fondo della voragine e verificammo che i rifiuti occupavano l'intera area della base. Dopo il rilevamento topografico risalimmo in superficie. Rimanemmo abbastanza soddisfatti dell'esplorazione ma resta pur sempre il rammarico che una parte di questa grotta è celata per sempre.