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Una domenica bagnata agli abri

Attività svolta Domenica, 04 Ottobre 2015

Partecipanti: Elena, Jack, Nino

MERAVIGLIE_NASCOSTE

Il meteo per questo fine settimana e pessimo, acqua a catinelle. Siamo al completo cioè il solito trio e la scelta del nostro obiettivo domenicale ricade ancora una volta sugli Abri Sassi. Ci sarà sicuramente molta acqua,probabilmente non si potrà scendere verso le zone profonde e perciò ne approfitteremo per andarci a guardare il pozzo cieco, un p 30 a cui di solito passiamo sopra poco prima di arrivare alla buca da lettere. Durante l'ultima esplorazione mentre stavamo uscendo e fuori pioveva molto, io e Elena ci siamo resi conto che tutta l'acqua che correva nel meandro a meno 100 usciva dalla frana che sta alla base della buca da lettere mentre tutta la zona a monte, pozzi compresi era praticamente asciutta. L'acqua quindi doveva per forza venire dal p. cieco che dal rilievo si trova subito a monte. Arriviamo agli Abri alle 10 e ci cambiamo con calma nel mio furgone. Mentre mi cambio mi accorgo che mi manca l'imbrago e il croll. Supplisco all'inconveniente usando il vecchio rapide che tengo in furgone per lavorare sui tetti ed Elena mi presta un ventrale nuovo di zecca. Con tranquillità arriviamo sopra al pozzo in questione. Uno spit vecchio di quasi trent' anni,con tanto di placca in alluminio, ci indica il punto di ancoraggio della prima esplorazione. Sostituiamo l'armo e scendiamo. Il pozzo é stupendo, inizia come uno sfondamento del meandro ma poi si allarga decisamente cambiando direzione di 90 gradi e le pareti sono molto concrezionate. Giunti sul fondo scopriamo subito che c'è parecchia acqua che però esce da un piccolo foro in parete, a pochi metri dal fondo. Mi arrampico in qualche modo solo per constatare che si tratta di una fessura lunga e strettissima e che un'eventuale prosecuzione in quel punto non é attuabile. Alla base del pozzo, verso valle, c'e un profondo laghetto sifone che sicuramente travasa le sue acque oltre il diaframma di roccia che ci separa dalla buca da lettere. Non scendevo in questo pozzo dai primi anni 90 e sinceramente, sentendo quanta acqua drenasse, speravamo di trovare qualcosa di più. Nel frattempo, mentre Jek fotografa e io mi rilasso, Elena spinta dalla sua enorme passione, scava e muove sassi tra la frana alla ricerca di qualche forma di vita. Io la prendo in giro e le dico che qui corre troppa acqua e non ci può essere alcunché. Lei invece continua imperterrita la sua ricerca e viene di li a poco premiata: sotto ad un sasso trova un piccolo insetto depigmentato lungo non più di qualche mm.che Giacomo fotografa immediatamente. Elena da ricercatrice qual'é é al settimo cielo, io ne ho abbastanza e comincio a risalire seguito a breve dai miei due compari. Uscendo troviamo anche il tempo per allargare un passaggio scomodo e poi via. A mano a mano che ci portiamo verso l'esterno vediamo che la quantità d' acqua aumenta a vista d'occhio fino a diventare cascata sui pozzi abri di sesamo. L'ultimo tratto di grotta é un vero calvario sotto il diluvio e arriviamo fuori bagnati come sorci. Per fortuna abbiamo un cambio e asciutti come bimbi ci facciamo il solito spritz ( stavolta doppio)alla mitica vicina osteria Valceccona.


Scritto da

Nino

Nino Socio G.S.S. dal 1972 (Socio Fondatore del G.S.S.)

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