TUARLOCH, UNA GROTTA ANCORA TUTTA DA SCOPRIRE
UN NUOVO IGNOTO CI ATTENDE
Partecipanti: Davide, Elena, Jack
Stanotte, nonostante la primavera ormai alle porte, una nevicata ha imbiancato ancora una volta l’Altopiano dei Settecomuni, rendendo paesaggi e atmosfera per un altro po’ magicamente invernali. Mentre saliamo lungo la strada che porta alla cava scopriamo che ancora sta nevicando, costringendoci a cambiarci in fretta, prima di avviarci a piedi per l’ultimo tratto di sentiero che nella bella stagione abitualmente percorriamo in macchina. Sprofondiamo nella neve fresca spessa almeno mezzo metro, bianca e immacolata, salvo alcune impronte di animali non meglio identificati. I miei stivali rotti ci costringono a un paio di pit-stop per evitare che i piedi si congelino completamente causa neve. Arrivati all’ingresso tentiamo di segnare le coordinate con il GPS ma di satelliti neanche l’ombra, e scopriamo che anche la placchetta per segnare la grotta è rimasta al sicuro e al calduccio in macchina…pazienza, tanto al Tuar ci si torna sicuro!!!
Appena dentro scopriamo che la grotta è piuttosto umida ma come sempre mai troppo fastidiosa. Tra vari “rimembri” progrediamo spediti verso il punto di esplorazione di oggi, un potenziale passaggio, camuffato da una frana sopra la cengia a metà di un pozzo raggiunta l’ultima volta da Davide, Nino e la sottoscritta.
Per prima cosa verifichiamo l’aria e con nostra grande sorpresa la sentiamo soffiarci in faccia più forte che mai!!! Quindi partiamo subito con i lavori di scavo e più allarghiamo e più l’aria ci soffia contro. Le prospettive sembrano davvero buone ma non vogliamo sbilanciarci troppo visto i risultati ottenuti nell’ultimo periodo…
Quasi senza accorgercene ci stiamo abbassando e allo stesso tempo ci stiamo spostando in pianta fino a quando i sassi cominciano chiaramente a cadere in un pozzo di cui ben presto riusciamo a vederne le fattezze…ah però…si tratta proprio di un bel pozzo, profondo forse una decina d metri che forma una bella sala. E’ solo questione di allargarne ancora un po’ l’accesso, fare un’accurata pulizia e con un bell’armo a centro pozzo scendere giù nel vuoto che tanto piace a noi speleologi!
Per oggi abbiamo dato: tutto il materiale che avevamo a disposizione, le nostre energie e anche il tempo… in fondo l’attesa aumenta il piacere e l’idea di tornare la prossima volta sapendo con certezza di trovare qualcosa di nuovo che ci aspetta ci rincuora e ci fa risalire verso l’esterno stanchi ma molto soddisfatti e ancor più motivati a proseguire l’esplorazione di questa bella cavità.
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