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TUARLOCH: QUANDO LA REALTA' SUPERA I SOGNI E LA FANTASIA
UNA BELLA RICOMPENSA PER LA NOSTRA PERSEVERANZA

Attività svolta Domenica, 26 Luglio 2015

Partecipanti: Elena, Jack, Marcone, Monica, Nino

Eccomi ancora una volta a raccontare del Tuarloch… Oggi non potremmo essere altrove! Sappiamo attenderci un nuovo pozzo e non vogliamo certo farlo aspettare. All’andata, oltre al solito trio Nino-Jack-Elena, anche Marcone e Monica si uniscono a noi, anche se solo per una capatina veloce, visto che per l’una al massimo devono essere fuori. Per prima cosa dobbiamo completare il lavoro di messa in sicurezza del Pozzo Primo Maggio già disarmato la volta scorsa. Puliamo il più possibile da quanto è instabile, mentre per quanto non ci è possibile rimuovere Jack e Nino creano una barriera di contenimento, sperando di aver definitivamente sistemato il tutto. Proseguo con il riarmo e poi via verso un nuovo fondo! Carichi di entusiasmo ed energia raggiungiamo il nuovo fronte esplorativo e riprendiamo il lavoro da dove l’avevamo interrotto la volta scorsa. Impieghiamo qualche ora per allargare a dovere e togliere tutto il materiale risultato del nostro scavo. Finalmente è arrivato il momento…a Nino l’onore di scendere il pozzo. Seduta sul ciglio lo osservo armare e calarsi, mentre Giacomo ne approfitta per fare qualche ripresa video. Ogni secondo sembra durare un’infinità nell’attesa del “libera”mentre i commenti di Nino si sprecano…è ora di infilare la corda nel discensore! Giusto un paio di metri ed ecco aprirsi di fronte a me il vuoto e quello che pensavamo un pozzo è piuttosto una sala di crollo con grandi massi che ne occupano il fondo. Jack mi segue a ruota, naturalmente ansioso di vedere da sé questo nuovo ambiente. Il tempo di un’occhiata veloce intorno a noi e immediatamente ci sparpagliamo tra i massi alla ricerca del passaggio buono, sicuri che da qualche parte la grotta deve continuare per forza di cose. Spostando del materiale Jack fa cadere alcuni sassi in mezzo alla frana che ci svelano, senza ombra di dubbio, una verticale sotto i nostri piedi! Nino trova subito un punto buono per tentare l’avanscoperta, questione di sistemare un sassone e Jack si infila in quello che sembra un meandro che si affaccia su un pozzo. Per fare un po’ di “pulizia” fa cadere altri sassi che fanno un rumore come di rimbombo…per conferma si passa alla prova dell’eco: Jack lancia il suo urlo che ritorna decisamente amplificato… da qualche parte intorno a noi ci deve essere qualcosa di veramente grande…basta “solo” scoprire cosa! Abbiamo a disposizione uno spezzone di corda di pochi metri ma speriamo siano sufficienti a vedere…tentare bisogna… Jack e Nino mi concedono l’onore e il piacere di scendere per prima: infilatami sotto la frana discendo per alcuni metri in un pozzo che a prima vista effettivamente non sembra avere grandi prospettive…ma poi atterro su una cengia e poco sotto di me un corridoio. Mi calo ancora un paio di metri e quello che vedo mi lascia di stucco…da sopra Nino e Jack mi interrogano, curiosi di sapere cosa ho trovato ma dalla mia bocca non fanno che uscire solo esclamazioni di incontenibile euforia!!! Fatico a credere a ciò che vedono i miei occhi e l’emozione è così grande che quasi mi viene da piangere…finalmente riesco a comunicare che di fronte a me si apre ( e stavolta senza bisogno di alcuna forzatura!!!!) un meraviglioso pozzo, uno di quelli con la P maiuscola, davvero ampio, dai nostri piedi fondo circa 20 metri ma che prosegue anche verso l’alto e con cascata d’acqua verso il fondo. Mi assicuro alla corda e faccio scendere anche Jack e Nino che, alla vista di tutto ciò, esultano di gioia!!! In questo momento i nostri “sospetti” che la via fino ad ora percorsa fosse solo una strada secondaria diventano concreti…solo ora, davanti a noi c’è il vero Tuarloch!!! Mai ci saremmo aspettati tanto e oggi la realtà ha di gran lunga superato le nostre aspettative. I 100 metri di profondità sono stati ampiamente superati e la grotta proprio ora ci rivela l’abisso che è in lei. Ebbri di felicità risaliamo intonando una canzone dietro l’altra e troviamo anche il nome a questa via che parte dalla risalita fatta da Davide: si chiamerà il Ramo del Mariano, in ricordo di suo padre, ex speleologo del gruppo, scomparso poco tempo fa. Già messi amici e famigliari in “preallerta festeggiamenti” andiamo al bar Lux, dove ci aspettano panini onti e birra a volontà.


Scritto da

Elena

Elena Socio G.S.S. dal 2007

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Commenti (3)

  • patao

    patao

    29 Luglio 2015 at 21:27 |
    TUARLOCH???
    LARGO SI...MA DA OGGI ANCHE BASSO!!!
    EVVIVAAAAAAAAAAAAAA!!!!
  • Davide Sostizzo

    Davide Sostizzo

    02 Agosto 2015 at 12:24 |
    Bellissimo racconto Elena ai trasmesso tutte le emozioni e grazie a tutti dell'immenso onore
  • Thierry

    Thierry

    02 Agosto 2015 at 18:40 |
    Bravi! Bel lavoro! auguri a voi!

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