Sempre e solo Tuar
Che meraviglia
Partecipanti: Elena, Jack, Nino
Sono tornato dal campo scout, quest’anno fatto in Montagna Nuova di Dietro, tra l’altro a due passi dall’Asterix, grotta molto promettente e con una notevole circolazione d’aria. Sono andato a dargli un occhiata un paio di volte ma in tutte e due le occasioni non ho visto muoversi una foglia. (Sarà anno di crisi anche per l’aria???? Boh!!!!).
Siamo solo in tre, io, l’infaticabile Nino e la padrona della grotta, Elena.
I miei compagni d’avventura mi lasciano il piacere di scendere per primo per poter così gustare la parte di grotta per me ancora sconosciuta. In poco tempo siamo sul cunicolo a -50 e poi, finalmente, giù per il pozzo di cui conoscevo praticamente solo il rumore dei sassi che cadevano nel vuoto. Mi calo guardando con attenzione ogni cengia, le due finestre in alto molto ampie e belle, la frana instabile che sovrasta l’imboccatura della parte finale del pozzo.
Atterro finalmente alla base di un bel salone e dall’alto Elena mi urla di infilarmi sulla finestra di sinistra a dare un’ occhiata prima di prendere la via per il fondo. Obbedisco e incuriosito mi addentro nella fessura: che meraviglia! Una stanzetta e poi subito un camino enorme, guardo dappertutto con la grande voglia di scoprire. Poco dopo arrivano Elena e Nino, chiedo perché non risaliamo il camino ma oggi non siamo per niente attrezzati allo scopo, peccato! Infilo la testa in un buchetto sul lato destro dello stanzone, con la tika cerco di illuminare avanti e l’impressione e’ che dietro la strettoia ci sia un ambiente più grande. Decidiamo di allargare e dare un occhiata, il lavoro tra l’altro sembra molto facile. Dopo un oretta di scavo siamo dall’altra parte, però tutto si ferma dopo pochi metri.
Risistemiamo i sacchi e via verso il fondo ad allargare il meandro. Una volta arrivati controllo con il mio altimetro la profondità. Siamo a 85 metri di profondità e l’aria che si sente sul meandro, ancora una volta fa ben sperare.
Nino si infila e inizia gli scavi, siamo un pò demoralizzati perché una delle tre batterie dell’hilti è scarica, Nino dice di averla caricata, io dico che la demenza senile si fa sentire (scherzo).
Elena aiuta Nino, io “rumego” in ogni dove alla ricerca di un'altra via.
Scaviamo, scaviamo, scaviamo; il cunicolo è tutta una curva di 90° a destra e a sinistra, ne raggiungiamo due con la speranza di vedere oltre ma alla fine della giornata (e delle batterie)
e dopo aver scavato per oltre sei metri, siamo in una parte di meandro che si alza per bene e che davanti mostra ancora qualche bel metro di strettoia prima di…. (mistero)!!!
Si esce, in 40 minuti siamo tutti sotto il sole, panino con porchetta e poi a casa!
Commenti (1)
Mirko Fossa
Bravi bòce!