Gli speleo del G.S.S.

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Ottobre 2010
Riassunto di tutta l'attività svolta nell'ottobre del 2010

Attività svolta Venerdì, 01 Ottobre 2010

Domenica 3 Ottobre 2010 – "BUSO DIETRO AL MUSEO"
Qui si sta perdendo colpi. Sarà l'aria autunnale, probabilmente le temperature o i mille impegni di tutti, fatto sta che alle 9.00 ci troviamo solo io, Nino e Monica.
La sera prima avevo già preparato tutto, compresi i sacchi, basta prendere la macchina e recarsi su al museo dell'acqua. L'idea comunque è quella di dedicare solo la mattina alla speleologia, poi nel pomeriggio tutti a casa a fare festa, anche perché Nino lunedì mattina parte per le ferie con tutta la famiglia nel continente americano.
Siamo in tre, il numero perfetto, con noi abbiamo trapani a batteria e trapano a corrente, gruppo elettrogeno e demolitore. Sembriamo un'impresa edile ben organizzata che deve demolire un palazzo. Il gruppo elettrogeno si accende al primo colpo, ma dopo pochi minuti decide di fermarsi e ogni nostro tentativo di rimetterlo in moto risulterà vano. Passiamo allora ai tassellatori a batteria che danno comunque sempre grande soddisfazione (sempre se sono cariche le batterie). Nino si infila nella prima stanzetta, praticamente in superficie e comincia il lavoro buttando fuori una montagna di sassi abbastanza grossi che ostruiscono il pozzo. Continua a ripeterci che non deve farsi male, dato che deve andare in ferie e poco dopo esagera nel voler tirare su un macigno e prende un bel "tirone nela schiena"; tra l'altro lo avevo anche avvertito di non strafare! Lavoriamo sodo per un paio di ore e riusciamo a liberare completamente il pozzetto, armo la partenza e scendo di sotto. Ormai è mezzogiorno e si era detto che a mezzogiorno si andava tutti a casa, usciamo, ci cambiamo, ma io e Monica non resistiamo, vogliamo vedere subito quanto scende la grotta e ci diamo appuntamento anche per il pomeriggio.
Andiamo giù al Museo, dove Corrado sta per fare la chiusura. Con lui troviamo anche Angelo Stern e famiglia. Da qualche tempo il pompiere Stern paventa l'idea di tornare ad esplorare, (per chi non lo sapesse Angelo ha praticato la speleologia per un sacco di anni), nel bagagliaio della sua auto ha pure "la roba" per venire in grotta e aveva tutte le buone intenzioni di unirsi a noi questa mattina, poi a casa sono successi mille imprevisti e tutto è saltato; lo invitiamo per il pomeriggio ma la voglia non lo assale. Amen!!!
Alle due di pomeriggio, siamo di nuovo all'ingresso della grotta, scendo e comincio il lavoro, dopo un po' passo gli attrezzi a Monica che vuole provare il brivido dello scavo. Da sopra guardo come procede il lavoro e la Lavandaia vuole tirare via la punta ad un masso incastrato sul pozzo, l'avviso di recuperare corda e rimanere in tensione perché tirando via quella punta, tutto cadrà di sotto, compresa lei che comunque poi resterà appesa, sicura, sulla corda. Con la mazzetta da un paio di botte e accade quello che avevo predetto: Monica prende quasi un colpo, ma intanto il pozzo si apre e si può scendere ancora. Nuovo cambio, scendo di ancora io; ci sono sassi sospesi un po' qua e un po' là e pian piano li butto giù tutti, finalmente vedo un varco e decido di infilarmi. Alla Fine scendo il pozzo per quasi 10 metri e sotto troviamo uno stanzone alto due metri, largo 5 e lungo 8. Cerchiamo la prosecuzione ma non troviamo nessun crepo o passaggio che porti da qualche parte.
Torneremo per fare il rilievo e magari per dare un'altra occhiata da riposati, anche oggi abbiamo lavorato alla grande e qualche risultato lo abbiamo ottenuto.
Alla sera pizza di addio con Nino e Lucia che ci lascerà per un po'.
Buon viaggio e torna presto caro amico Nino.


Domenica 17 Ottobre 2010 - PANORAMIX
Nino è ancora in America, Monica è stata operata mercoledì e visto che non si trattava di un'operazione tanto semplice, è ancora ricoverata all'ospedale di Bologna in terapia intensiva, cosa si può fare questo fine settimana? Non ho grandi idee in più il tempo è veramente brutto ed è prevista addirittura la neve. Sabato ho chiamato Sandro Ronzani per vedere se lui sapeva qualche cosa sulle cisterne d'acqua del forte Lisser di Enego, che sarebbero da rilevare, ma anche lui non sa che cosa bisogna fare di preciso. Decidiamo di aggiornarci.
Chiamo Marco piccolo che sembra essere l'unico che ha voglia di andare a buchi, chiamo anche Loris e Davide. Penso ancora un po' e alla fine decido: andiamo al Panoramix, la c'è da scavare, è comodo e anche se piove non dobbiamo camminare in mezzo al bosco e in poco tempo si è sul fondo a lavorare. Così domenica mattina alle 9.00 ci troviamo a casa mia io, Marchetto e Davide. Marco mi ha anche mandato un messaggio alle 8.30 chiedendomi se si andava visto il tempo. Dando però un'occhiata dalla finestra, fuori non sembrava male e così confermo l'uscita in grotta.
Prepariamo tutto, panini all'Arco perché le fornarette sono chiuse, caffè alla Fina perché le tradizioni vanno sempre rispettate e poi via verso Lusiana e giù fino al Panoramix.
Ci cambiamo velocemente e raggiungiamo l'ingresso della grotta. Spostiamo i sassi e prendiamo la corda che è appena sopra il pozzetto insieme alla prolunga che scende fino al fondo. Oggi non abbiamo con noi il gruppo elettrogeno, abbiamo deciso di usare i trapani a batterie per cui tiriamo il cavo da una parte e una volta fatta sicura su albero e fix esterno, uno alla volta scendiamo nel buco. Sappiamo bene cosa ci aspetta, il Panoramix non è per niente accogliente, c'è fango dappertutto ed il primo impatto non è mai molto piacevole, poi pian piano ci si abitua e in poco tempo si riesce ad essere un tutt'uno con la roccia intorno.
Una volta sul fondo, decidiamo dove scavare; il posto migliore sembra quello in alto, la finestra in parete aperta da Moreno che poi da su un piccolo pozzetto abbastanza stretto.
Mi infilo armato di trapano e cominciamo ad allargare su una cengetta che ostruisce il passaggio. Dopo un po' non esiste più e scendo ancora più in basso, è stretto e bisogna ancora allargare per scendere l'ultimo metro; arrivo sul fondo e passo su a Davide tutti i sassi scesi fino alla base del pozzetto, che comunque resta stretto.
Non sono per niente ottimista e non vedo una via buona da quella parte, con i piedi provo a spostare i sassi sul fondo e ad un certo punto riesco a lanciare un sasso su quello che sembra essere un altro pozzetto.
Dobbiamo tirare su ancora un bel po' di materiale per riuscire a lavorare più in basso e allora faccio svuotare un sacco speleo da Marco e lo uso per riempirlo di sassetti e fango che poi svuotiamo fuori nel pozzo parallelo. Dopo un po' riesco a sedermi e così posso vedere il buchetto che scende, lancio qualche sasso che tocca subito il fondo e non fa ben sperare, in più non c'è nemmeno un filo di aria, proviamo lo stesso ad allargare. Dopo parecchio e duro lavoro sono sul "fondo", praticamente due metri più in basso senza nessuna speranza di proseguire.
Risalgo e ci ritroviamo tutti e tre nella stanza principale, Marco è completamente ghiacciato e si avvia verso l'uscita; Davide mi dice di dare un occhiata sull'altra finestrella in parete e subito mi metto con la mazzetta, ma poi passo alle maniere forti.
I sassi saltano via facilmente ed in poco tempo riusciamo a scorgere un pozzetto poco più avanti, che successivamente discendo. Scende per un paio di metri, sicuramente meno, tolgo qualche sasso sul fondo e vedo una fessura che fa ben sperare. Qua c'è anche una leggera brezza e buttando i sassi nel vuoto, li sentiamo scendere per un po' e questo ci fa riacquistare quella allegria che avevamo perso prima. Faccio retromarcia e mi accorgo che sulla destra c'è un altro piccolo passaggio molto più comodo, che scende nello stesso posto. Bene, adesso siamo ancora più felici, la prossima volta dovremo in poco tempo scendere sul fondo e...
Prepariamo i sacchi, abbiamo fango dappertutto e anche rimettere su gli imbrachi è un'operazione veramente ardua; sulla corda, croll e maniglia perdono continuamente colpi, ma alla fine, pian piano riusciamo a rivedere la luce. Fuori c'è Marco piccolo che ci attende ormai da due ore ed è proprio contento di rivederci. Infiliamo tutto nei sacchi neri e torniamo a casa. Appena arrivato decido di armarmi di idropulitrice e lavare subito tutto quanto, impiego più di due ore a lavare il tutto e alle 19.00 sono finalmente in vasca da bagno, la giornata in grotta adesso è finita veramente.


30, 31 Ottobre e 1 Novembre 2010 – "CASOLA VAL SENIO"
"Geografi del vuoto", questo è il titolo del Raduno Speleo 2010, che ogni anno, o quasi, si fa in qualche parte di Italia nel periodo dei "morti".
Siamo per la quinta volta a Casola e per questo motivo adesso, alle porte del paese c'è un cartello con scritto "SPELEOPOLIS, LA CITTA' AMICA DEGLI SPELEOLOGI", una frase veramente bella per tutti noi speleo.
Da Asiago siamo partiti veramente in tanti: Io, Nino, Corrado, Loris, Marco piccolo, Marco grande, Davide, Chiara, Chiaretta, Wally, Smilzo, Sandra e Alessandro, Sandro e Carburo; veramente una bella pattuglia.
Per il pernotto ci siamo divisi, i giovani (Mus compreso) in tenda, anzi condominio tenda, Nino, Wally, Chiara, Smilzo e la giovane-vecchia Chiaretta in appartamento a Riolo terme una decina di chilometri da Casola.
Abbiamo passato proprio tre bei giorni tra filmati, mostre, belli i tre D, lo Speleobar con il mitico gruppo di Gitani che ci ha fatto ballare come dei pazzi. Sono rimasto un po' deluso dallo stand materiali, forse perché sono andato a fare "spese un po' troppo tardi". In Compenso per il gruppo abbiamo acquistato due bobine di corda da 200 metri, un bel sacco porta trapano imbottito, e altri due sacche normali.
La prima notte siamo arrivati in tenda alle 5.00 dopo una lunga chiacchierata con gli amici speleo di Selva che ci hanno raccontato tutto sulla Bionda e delle loro imprese per svuotar i sifoni. Ci hanno anche detto che loro la congiunzione con malga Fossetta l'hanno già fatta e ne sono sicuri; per lasciare il segno del loro passaggio hanno appeso un bel perizoma rosso nel punto di incontro.
Alla fine del Raduno, abbiamo pensato di andare a Bologna a trovare la Monica lavatrice che è ancora ricoverata in ospedale, è stata felice di vederci e vista l'operazione che le anno fatto l'abbiamo trovata veramente in forma.
Tornando in autostrada ci è giunta la notizia che a Vicenza, il Bacchiglione è andato in piena a causa delle abbondanti piogge: ha sfondato un argine, mandando in tilt la città, anche l'autostrada è stata chiusa ma per fortuna dopo Vicenza, così abbiamo potuto fare rientro a casa senza nessun intoppo.
A Casola è andata bene per quanto riguarda il tempo, piovigginava ma niente di serio. Anche ad Asiago le piogge sono state copiose e il nuovo scolmatore ha faticato non poco a portare via l'acqua dalla zona nord di Asiago.


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