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Novembre 2010
Riassunto di tutta l'attività svolta nel novembre del 2010

Attività svolta Lunedì, 01 Novembre 2010

Domenica 7 Novembre 2010 – "PANORAMIX"
Ogni volta che si torna da un raduno speleo siamo tutti più carichi; i filmati, le mostre e le imprese degli altri gruppi speleologici provenienti da ogni parte di Italia, invogliano tutto il gruppo a fare di più, meglio di prima, più di prima.
Eravamo partiti lasciando quel pozzetto in fondo al Panoramix inesplorato; bastano veramente pochi colpi di mazzetta e dovremo riuscire a scendere quella nuova via, che sembra essere quella buona.
C'è un tempaccio, piove ormai da giorni come non si è mai visto in questa stagione, Vicenza è ancora sott'acqua e un sacco di volontari, assieme ai militari, stanno rinforzando gli argini del Bacchiglione indeboliti dalla forza delle acque. Nella notte di sabato non ha mai smesso un minuto, infatti appena suona la sveglia cominciano ad arrivarmi messaggi per capire se si va in grotta lo stesso. Gli accordi erano chiari; si va anche se diluvia, tanto là sotto non cambia nulla, l'unico problema sta nell'entrare ed uscire dalla grotta senza prendere una sonora lavata.
Scendo in garage e pian piano arrivano tutti gli altri: Marco grande e piccolo, Loris, Davide, Nino e anche Chiara che sembra avere avuto la "carica" maggiore giù a Casola.
Dopo i soliti preparativi arriviamo in quel di Lusiana, il tempo sembrava averci concesso una tregua, invece appena scesi dalla macchina la pioggia torna a farci compagnia. Siamo ben attrezzati e in mezzo alla piantagione tiriamo alla meglio un telone che ci fa da riparo mentre ci cambiamo. Di nuovo una breve tregua e profittiamo per scender tutti nella cavità. Siamo in tanti e probabilmente la convivenza la sotto sarà veramente dura, ecco perché ci lanciamo di corsa in tre là sotto e ci diamo subito da fare per allargare il passaggio. Marco grande fa da maestro a Chiara, che affronta la grotta nel migliore dei modi e in breve tempo, raggiunge il fondo. Gli scavi intanto procedono con un buon ritmo e la roccia si frantuma sotto i colpi delle nostre armi di attacco. Lavorare su quella finestra in parete ad un paio di metri dal pavimento è un po' scomodo, però non desistiamo e andiamo avanti.
E' il mio turno di lavoro e ormai l'unica cosa da fare è tirar fuori tutti i sassi sgretolati che saltano via facilmente con l'aiuto del nostro mitico "stampo di mina" (levarin), che Marco piccolo è andato prontamente a recuperare sotto il primo pozzetto di ingresso.
La finestra si fa sempre più larga e finalmente riesco a vedere di sotto. Si passa ed il pozzetto è stretto, quindi non serve neanche armare perché si riesce a scendere in libera senza nessun problema. Mi abbasso di circa otto metri e alcune lame ostruiscono il passaggio, mi faccio passare la mazzetta e con due colpi ben dati mi faccio largo e riesco ad andare oltre. La grotta chiude di nuovo e mi trovo davanti una fessura che soffia aria, ma è talmente stretta che ancora una volta mi manda in depressione.
Qua bisogna scavare ancora (merda!!!). Sappiamo però che i risultati si ottengono con costanza e tenacia e, messo da parte il rancore, mi rimetto subito all'opera.
Sento la voce di Sandro Ronzani che è venuto a trovarci per una toccata e fuga, infatti non lo vedo neanche in faccia.
Dopo un'oretta scende a darmi aiuto anche Davide e prima di lui Chiaretta che ha così il piacere di provare l'ebbrezza dello scavo nel fango in quel pozzetto che battezzeremo "pozzo della nocciolata" visto l'egual consistenza tra il meraviglioso prodotto della Rigoni di Asiago e il fango del loco.
Su nella stanza, Nino non demorde e cerca un alternativa; prova ancora una volta a mettersi nei panni della grotta per capire come si è sviluppata. Il crepo che c'è là davanti lo stimola e prova con un sasso a centrare quell'infima fessura, che tra l'altro ha una piega secca verso destra. Ci riesce e si sente il sasso fare un bel salto e sbattere un bel po' da una parte e dall'altra prima di sentire il tonfo finale. Evviva!!! Un'altra strada che può dare speranze si apre e secondo i nostri calcoli tutte le vie scoperte fino ad ora sembrano convergere in quella direzione.
Noi siamo intanto risaliti tutti dal pozzetto della nocciolata e cominciamo subito ad allargare il crepo di Nino. Il "vecchietto" (Nino) si mette di buona lena e attacca la roccia, ma quest'ultima gliela mette dura e gli fa un brutto scherzetto. Già mesi fa sul pozzetto iniziale era stato beccato sulla spalla da un bel sasso, questa volta nella foga di infilarsi nella fessura, dal soffitto si è staccato un masso lungo un metro che si è "adagiato" sulla sua schiena. Abbiamo tutti assistito alla scena è urlato al povero Nino che si è trovato di botto a sostenere questo grande masso, che fortunatamente e sceso solo di una ventina di centimetri. Noi siamo rimasti come "impietriti" (parola più che azzeccata), poi con la sua solita calma mi ha invitato a dargli un aiuto. Sono allora accorso e ho tirato su quel sasso liberando così il mio compagno da quella insolita situazione. Ho solo preso uno strappo, dice Nino, meglio così, meglio se prepariamo i sacchi e usciamo, per oggi basta.
Usciamo tutti, infangati come sempre, e per tirare giù il più grosso ci arrotoliamo nell'erba bagnata che sembra fare un buon lavoro di pulizia. Ci cambiamo sotto il nostro telo e ormai le tenebre fanno da padrona. Per finire in gloria, inciampo su un ramo e quasi mi ammazzo saltando giù dal muro del tornante e con il ginocchio sinistro sbatto violentemente addosso uno spigolo di cemento armato... il dolore mi attanaglia. Forse oggi non è giornata.
Dobbiamo ancora mangiare e così andiamo giù in sede a rifocillarci con un bel panino e con un buon bicchiere di vino.
Anche oggi il Panoramix ci ha negato l'ingresso agli Abri, ma noi non molliamo.


Domenica 21 Novembre - PANORAMIX
Il tempo è ancora brutto, piove sempre e il sole proprio non si vede. Le previsioni mettono pioggia per tutto il fine settimana; ormai è da un mese che il tempo è così, lo testimoniano anche i miei pannelli solari che non ne vogliono più sapere di produrre acqua calda.
Alle 9.00 comunque ci siamo quasi tutti dentro al garage di casa mia. Visto che piove, ho tirato fuori il furgone del Steleta per fare più posto e preparare il materiale nel migliore dei modi.
Prima di scendere, alle nove meno un quarto, suona il telefono ed è Moreno che vuole sapere cosa facciamo noi oggi; il suo gruppo di Valdagno ha il corso di introduzione alla speleologia ed in programma ha l'uscita all'Abisso Est in Camporossignolo, ma visto il tempo hanno deciso, dopo una lunga telefonata, di annullare tutto. Moreno un po' contrariato, si è preso una giornata di libertà e mi chiede se può unirsi a noi. E così è il primo ad arrivare; subito dopo Marco piccolo, Nino, Loris.
Anche questa volta ci organizziamo per benino e portiamo con noi anche un telo per farci un riparo fuori dalla grotta; carichiamo in macchina il gruppo elettrogeno visto che al Panoramix abbiamo giù la prolunga e così possiamo trapanare senza problemi.
Arrivati in loco, scarichiamo velocemente le macchine e tiriamo il telo; in breve tutto è pronto e possiamo cominciare a scendere la grotta.
Moreno si infila per primo portando con sé un paio di sacchi; io felice lo seguo portando niente (comodi gli scherpa). Sul fondo chiedo a Moreno se vuole scendere a lavorare sul pozzetto dell'ultima uscita che a me aveva dato sconforto: lui prende punta e mazzetta e sparisce oltre la finestra che porta più in basso. Scendono anche gli altri e iniziamo la nuova disostruzione sul crepo davanti, quello dove Nino ci ha già lasciato un po' di schiena la volta precedente.
Di lavoro ce n'è per tutti: visto che lavoriamo sul "largo" mettiamo sotto anche Marchetto, che deve cominciare a imparare come si allarga una grotta; Moreno la sotto si sfoga con dei bei sassi incastrati; Loris intanto sale l'ultimo pozzetto che ha la corda leggermente lesionata e forse è meglio sostituirla prima che succeda l'irreparabile; io e Nino tiriamo fuori sassi e li sistemiamo alla meglio dentro lo stanzone.
Lo scavo continua, il materiale aumenta, decidiamo allora di sacrificare il pozzetto che all'inizio prometteva bene e cominciamo a riempirlo. Il fango qua dentro fa da padrone e anche questa volta pian piano cominciamo a trasformarci e ogni cosa diventa marrone; fuori piove molto e anche sotto si comincia a sentirne l'effetto; infatti dalle pareti scendono parecchie gocce d'acqua che rendono ancor più complicata la situazione.
Come sempre lavoriamo sodo e i risultati non tardano ad arrivare! Ad un certo punto riesco ad infilare la testa nel crepo e vedo il fondo del pozzetto quattro metri più in basso, un meandro che parte e, quel che più mi piace è che sembra non esserci più fango, però non si capisce bene perché non si vede niente di evidente.
Il materiale è veramente tanto e tentiamo di fare cadere nel pozzetto il meno possibile per evitare di ostruire il tutto; quando finalmente si può scendere vediamo che il fondo, che prima avevo visto bello pulito, è coperto da più di un metro cubo di materiale e mi chiedo da dove sia saltato fuori!
Il pozzetto è già pronto, bello che armato e facciamo scendere per primo Marchetto; una volta sceso, senza mezzi termini ci dice che la grotta anche da questa parte. Scende Moreno e io dietro, proviamo a spostare qualche sasso e ad allargare qualche fessura nella speranza che ... ma niente! Anche l'aria non ci dà grandi speranze, l'unica soluzione sembra quella di tirare su dal fondo tutto il materiale e, una volta liberato sperare in qualche prosecuzione dal basso.
Siamo stanchi e anche un po' amareggiati, forse è la prima volta che lasciamo questa grotta senza grandi speranze. All'esterno siamo quasi contenti del fatto che piove a dirotto così possiamo approfittare del ruscello temporaneo che scorre in mezzo alla strada per toglierci di dosso lo strato più grosso di fango.
Smontiamo il nostro "accampamento" e andiamo a rilassarci nella mitica osteria della Val Ceccona davanti un buon bicchiere di vino.
Dove sarà il passaggio per arrivare giù agli Abri Sassi???


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