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NESPOLI SULLA STAZIONE SPAZIALE, NOI A 444 METRI DI PROFONDITA’
Abri sassi la punta col botto….

Attività svolta Sabato, 29 Luglio 2017

Partecipanti: Elena, Jack
Altri partecipanti: NINO E LORIS

Il_penultimo_pozzetto
in_tenda

E’ domenica sera, sono appena rientrato a casa dopo aver festeggiato con il Gruppo il successo della spedizione sul fondo degli Abri Sassi a Lusiana e la radio, sempre sintonizzata su stereo 2, sta dando notizia del nostro Astronauta Nespoli ritornato sulla stazione spaziale Europea: Poche ore di viaggio con un vettore Russo e poi grande difficoltà per entrare nella stazione spaziale a causa del passaggio molto stretto tra una navicella e l’altra. Tutto però è andato a buon fine! Mi metto a ridere, penso alla nostra spedizione appena conclusa, un viaggio che tra andata e ritorno ci porta via più di dieci ore di progressione per fare i circa due chilometri, le strettoie sono sicuramente di più dei passaggi larghi, in spalla o meglio in mano due sacchi a testa, nessun collegamento con l’esterno e se serve un consiglio niente “Iuston a risolvere il problema”! Penso: Chi dei due sta compiendo un impresa eccezionale, gli speleonauti o gli astronauti? Beh, facile: tutti e due! Torniamo alla nostra impresa E’ da qualche giorno che si dorme poco, da quando abbiamo deciso di attaccare il fondo degli Abri in questo fine settimana la testa di notte vaga tra meandri e pozzi della grotta. Purtroppo siamo solo io ed Elena decisi più che mai di ritornare sul fondo del Complesso di Lusiana gasati tra l’altro della splendida uscita della domenica scorsa quando siamo scesi a -160 a disarmare un camino risalito qualche anno fa. La preparazione del materiale da portare sul fondo è stata a dir poco maniacale e precisa ma era fondamentale non sbagliare nulla già in questa prima fase. In realtà, questa uscita, chiude un ciclo durato diversi anni (si anni, non giorni). Ritornare in sicurezza sul fondo a – 400 degli Abri ha richiesto un lavoro di disostruzione notevole, un riarmo totale da metà grotta in giù e infine la possibilità di installare un campo a -340 per esplorare senza patemi d’animo, la parte più estrema della grotta. E’ sabato mattina, ore 8.00. Non comincia bene perché Elena trova traffico e arriva tardi all’appuntamento a casa mia. Prepariamo i sacchi e con noi c’è anche Nino che non vuole perdersi la partenza dei due prodi! Caffè al Lux e via verso Lusiana. Impieghiamo poco più di quattro ore per arrivare in zona campo, per prima cosa bisogna montare la tenda che da un anno e mezzo ci aspetta in un sacco. Secondo intoppo; la muffa l’ha un po’ rovinata e in qualche punto il telo cede, risolviamo con qualche nodo mal fatto e piantando una decina di fix nel soffitto della galleria fangosa riusciamo alla fine a costruirci la nostra “casa”. Altro problema, non riusciamo a fissare le amache, decidiamo che si dormirà per terra, stendiamo un telo sopra il fango che da adesso in poi sarà il nostro materasso memory! Installata la tenda , decidiamo di mangiare, tortellini in brodo e mezzo panino con sopressa e maionese, una libidine e per concludere ancora del the caldo con i biscotti. Alle 17.00 prepariamo i sacchi per scendere sul fondo, siamo indecisi se allargare o meno l’imboccatura del pozzo a -350 e alla fine prendiamo la decisione più saggia e dopo un oretta di scavo intenso la partenza del pozzo cambia decisamente fisionomia. Arriviamo in zona scavo (limite esplorativo da più di 30 anni) e mi vengono in mente le parole di Elena dette mentre stavamo preparando il materiale a casa mia e a cui non avevo dato un gran peso: per allargare il pozzo basta eliminare il masso che abbiamo sotto i piedi e forse….guardo quel masso e in effetti l’idea di Elena prende corpo. Dopo un'altra ora di disostruzione il pozzo sembra praticabile, anche se, guardandolo da sopra, si vedono dei sassi in bilico che non invitano molto alla discesa. Armo e scendo, pulisco bene, per bene lo farà poi la spazzina Elena, (ste done maniache del pulito) i sassi in bilico in realtà sono postati benissimo. Atterro e scorgo due vie. La prima verso lo stretto e con un forte rumore di acqua, la seconda verso un secondo pozzetto di 8 metri, fossile. Mi raggiunge anche Elena e poco dopo stiamo già armando anche il secondo pozzo. Scendo e una volta sul fondo vedo subito una finestra che si affaccia sul vuoto. Altro chiodo e ci fermiamo fuori su una cengia tutti e due. Siamo sopra un meandro- baratro di 20 metri, largo 3 che scampana e lungo sempre (20 metri???). Restiamo sbalorditi, è la nostra frattura, la solita che va in direzione 210° nord come il resto della grotta. Dal fondo un rumore d’acqua assordante e purtroppo non abbiamo corda a sufficienza per scendere quella meraviglia. A dire il vero siamo anche abbastanza stanchi e quasi increduli della scoperta che attendiamo da anni. Piantiamo un paio di fix preparando un mezzo armo per la prossima volta. Risaliamo al campo base e qui di nuovo tortellini e panino e poi finalmente a letto, sono le 2.00. La notte la passiamo abbastanza bene, io non ho un gran sacco a pelo e patisco un pò di freddo, una candela di padre Pio ci riscalda un poco l’ambiente e ci terrà compagnia fino al “mattino”. Alle 6:00, veniamo svegliati da un forte rumore di acqua in crescendo e così capiamo che molto probabilmente fuori ci deve essere stato un temporale. Alle 8:00 la sveglia ci dice che è ora di alzarci, lo facciamo con estrema calma e poi portiamo il fornellino dentro in tenda e ci prepariamo una gustosissima colazione addirittura con due krafen alla crema arrivati quasi integri sul fondo. Facciamo due conti e decidiamo di dormire ancora visto che, l’appuntamento con la squadra di recupero (Nino e Loris) è verso le 14.30 sopra il pozzo da 70. Dormiamo talmente bene che non sentiamo la seconda sveglia e solo per caso alle 11:00 capiamo che è tardissimo per cui ci alziamo di fretta, sistemiamo il campo e via verso casa. All’appuntamento, praticamente, arriviamo insieme, siamo molto contenti di poterci liberare del sacco in più anche perché le energie cominciavano veramente a scarseggiare. Alle 17:00 siamo tutti fuori, Nino ha messo anche una bottiglia di prosecco al fresco pochi metri più sotto dell’ingresso e così festeggiamo la riuscita dell’impresa! I festeggiamenti continueranno poi al bar della Val Ceccona e poi con la pizza su dal Mirella, offerta dal nostro mitico presidente Corrado. Nespoli non so cosa abbia fatto nel frattempo, forse, è riuscito a superare la strettoia….


Scritto da

Jack

Jack Socio G.S.S. dal 1990

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