Gli speleo del G.S.S.

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Maggio 2011
Riassunto di tutta l'attività svolta a maggio del 2011

Attività svolta Domenica, 01 Maggio 2011

DOMENICA 8 MAGGIO: " PILAT A TRIESTE" NINO E LORIS GIASARA A RIARMARE IL 60

Con gli amici scout si era detto: La prima volta che Lorenzo Pilat fa un concerto si va a Trieste a vederlo!
Detto, fatto! Io, Bepi, Gloria e Crapez sabato sera siamo al concerto del Pilat, per chi non lo conosce era uno che faceva parte del mitico clan del Celentano, mica poco, è stato lui a scrivere " Fin che la barca va" cantata da Orietta Berti.
Concerto divertentissimo, età media del pubblico, 70 anni!
Nottata in B&B a Trieste, mattinata di domenica visita alle Grotte di San Canziano in Slovenia e pranzo di pesce a Pirano.
Cosa hanno fatto gli speleo ad Asiago oggi non lo so e sinceramente non me ne frega poi più di tanto!


 

DOMENICA 15 MAGGIO: "BERTIAGA"

E' da un bel po' di tempo che non si va in grotta in modo serio, forse è anche normale che nel periodo primaverile ci sia una pausa nelle esplorazioni, ci sono sempre un sacco di altre cose da fare!
Oggi si ritorna su in Bertiaga; non sembra, ma lassù siamo a 1300 metri di altezza, mica pochi, bisogna aspettare un bel po' prima di poter salire senza la neve. Nino ha sempre in mente quel posto e oggi sarà accontentato.
Andiamo sempre dentro per i divieti del comune di Lusiana, motorizzati, bisogna cominciare a pensare di farsi fare qualche autorizzazione prima di beccarci qualche bella sanzione, intanto noi continuiamo a salire con soli pochi scrupoli fino alla cava.
Si torna convinti: l'aria che c'è in quel buco è tanta, la faglia c'è, da qualche parte ci deve essere pure la prosecuzione.
In breve siamo sullo stanzone finale e qui diamo inizio alle danze sulla ricerca, Nino è armato di toscani per cui l'operazione dovrebbe risultare assai più facile. In mezzo al franone, in fondo alla sala sembra esserci un pozzetto che scende più degli altri, sembra sia il posto più promettente ma non ne siamo del tutto convinti.
Guardo in alto in fondo alla sala dove la spaccatura sembra continuare e in libera servendomi dei molteplici appigli naturali guadagno metri in altezza fino ad arrivare all'ingresso di un cunicolo che tutto sommato mi sembra abbastanza percorribile. Non indosso l'imbrago e piano piano riesco a passare dall'altra parte finendo in un fusoide parallelo molto interessante, sarà questa la via buona?
Informo tutti gli altri della mia scoperta, il passaggio però è stretto si decide allora di allargare il tutto.
In un paio di ore di lavoro scomodissimo il passaggio assume un aspetto un po' più confortevole, con noi abbiamo anche il vecchio spezzone di corda del primo pozzo dell'obelix (circa 30 anni di vita) che decidiamo di usare per armare quei 5 metri di salto che si devono fare per entrare nel nuovo ambiente scoperto.
Dopo un po' ci troviamo tutti dentro a questa stanzetta, sul fondo sempre la grossa frana come dall'altra parte e l'idea iniziale è quella di scavare proprio la però guardando nuovamente davanti qualche cosa in quella fessura si vede e sembra esserci anche dell'aria che il "toscano trova aria" di Nino conferma.
E' deciso: il nuovo fronte di scavo è quello! Si apre il nuovo cantiere!
Siamo impazienti e non decidiamo di cominciare la settimana prossima, le danze vanno aperte subito, bisogna sondare la nuova roccia che ci sta fermando.
Si lavora sodo per un oretta e qualche cosa si comincia a vedere, il fusoide però non mette mica tanta allegria, ci sono due massi che non si capisce come siano incastrati, sembra che debbano venire giù da un momento all'altro e sono proprio li, sopra le nostre teste, qualche cosa si dovrà pur fare.
Si ritorna a casa felici e contenti anche oggi, quella nuova stanza fa ben sperare, bisogna solo avere un po' di pazienza.


 

DOMENICA 22 MAGGIO: "BERTIAGA"

Non siamo in tanti, ci sono io, Nino, Loris e Davide che finalmente ha una giornata libera.
Il tempo è così così, alle 9.00 guardo giù dal mio terrazzino e vedo Davide , zaino in spalla, puntualissimo all'appuntamento.
Metto le scarpe, raccatto le solite batterie del trapano messe sotto carica, zaino e via a preparare tutto il resto.
Nino (strano!!!) non è ancora arrivato, intanto recuperiamo tutto il materiale da disostruzione sparso nel mio garage e prepariamo i sacchi. Arriva la Jeep con il Baffo a bordo, ci raccatta, panini e caffè e via verso il Bertiaga.
In breve siamo in zona scavo, prepariamo per bene la location, e via con il duro lavoro di disostruzione. La fessura si allarga sempre di più e tutto sembra procedere per il meglio fino a quando più indietro in zona fusoide succede qualcosa di veramente incredibile: Nino stava armeggiando con una batteria, fondamentale per il nostro lavoro, ma questa improvvisamente gli scivola dalle mani e va ad incastrarsi giù per la frana in mezzo ai massi. Lui con le braccia lunghe dovrebbe riuscire a prenderla in qualche modo, invece no, è caduta veramente in basso; ci proviamo un po' tutti ma questa non ne vuole veramente sapere di venir fuori da la. Proviamo anche a fare un cappio con del filo e tentiamo di inganciarla, impossibile!
Ad un certo punto mi sembra un ottima idea di provarla a muoverla usando il piede di porco, dopo vari tentativi in una posizione veramente strana, provo a posizionarmi meglio e senza tanto pensarci sopra decido che posso "mollare" per un attimo il piede di porco, risultato, anche questo va giù per la frana. Raccolgo con orgoglio le illazioni dei miei due compagni sull'accaduto, quelle due cose ci servono per forza e bisogna recuperarle; ma si sa, non c'è due senza tre e stavolta a beccarsi i nostri "sacramenti" è Nino che si lascia scivolare dalle mani la punta che si infila come un missile giù per il franone. Alt, fermi tutti, qui il nervosismo sta prendendo il sopravvento e se non ragioniamo un attimo andiamo a casa senza più niente. Reset mentale effettuato e via con la nuova idea: bisogna assolutamente spostare i grossi massi per dare modo a uno di noi di scendere e recuperare il materiale perso.
Ci mettiamo sotto di gran lena e legando i massi e sfruttando le leve riusciamo a muovere e spostare pietre di notevoli dimensioni, dopo un po' il piede di porco torna alla "luce". Tocca alla batteria, riusciamo a creare un pertugio, Nino e Davide tengono sollevato un sassone, io riesco ad infilarmi e recuperare la malcapitata, bravi. La punta rimarrà sepolta la sotto per sempre, il recupero è impossibile però quel che ci serviva c'è e possiamo andare avanti con i lavori.
C'è anche una nuova parola d'ordine: "su con le recie" ! Bisogna fare molta attenzione la sulla frana, tutto deve essere armeggiato con cura e appoggiato nel posto giusto, non possiamo più permetterci di perdere ore e ore per delle distrazioni.
Finalmente si scava, qualche lancio di pietra al di la della fessura per tesare la profondità da buoni segni di speranza, i sassi rotolano e si sentono cadere più in basso, qualche cosa la sotto c'è! Bene! Continuiamo con la disostruzione!
C'è qualcosa di inspiegabile nell'aria, tutti abbiamo una sensazione strana, ogni tanto mentre si scava si ha l'impressione che del materiale che spingiamo avanti, giù per la fessura faccia qualche salto in più, a volte si sentono dei boati che si confondono però con i rumori dello scavo. Boh, andiamo avanti! Scavare bisogna!
Ci diamo dei cambi "regolari", come nel ciclismo, nella zona scavo, chi è dietro fa assistenza, passa quel che serve a chi è dentro che non si trova quasi mai in posizioni comode. Siamo messi bene con lo scavo e davanti a noi sembra che la fessura si allarghi; ad un certo punto quello che fin prima sembrava essere soltanto un rumore strano, adesso si trasforma in realtà! Ci sono sassi che se lanciati in un certo posto, battono per parecchi secondi creando un frastuono che fa sobbalzare di gioia tutti e tre.
Ormai è un rituale, devo assolutamente filmare con il piccolo ai-pood l'avvenimento; nell'incredibile intervista che faccio a Nino, lui dirà: "un altro abisso si aggiunge a quelli che abbiamo già trovato, il Bertiagaloch con il suo baratro di 50, 60, 70, 80 metri appena scoperto.
Siamo felicissimi, si scava ancora un po' e poi fuori tutti di corsa ad annunciare la nuova scoperta.


 

DOMENICA 29 MAGGIO: "BERTIAGA"

Questa domenica siamo veramente una bella squadra. Ci sono io, Nino, Loris, Davide, Michele e Monica. Alle 9.00 tutti puntuali a casa mia tranne Michele che ci aspetta al bivio per salire al Monte Corno-Bertiaga.
Oggi abbiamo proprio un bel programmino in mente.
Io e Nino dentro per ultimi filmando e rilevando la grotta, tutti gli altri avanti a finire di rompere quello che resta di rompere e armare il pozzo nuovo.
Tutti d'accordo, si parte!
Abbiamo con noi veramente molto materiale anche perché quando si filma servono un sacco di batterie e luci, però siamo in tanti per cui non abbiamo certo paura di qualche sacco in più.
Con noi c'è anche Michele che da un bel po' di tempo non usciva con noi e la Chiaretta che finalmente ha una domenica libera dalla farmacia e può unirsi piacevolmente al gruppo di esploratori.
Uno dopo l'altro i nostri compagni spariscono, noi a ruota li seguiamo documentando come meglio possiamo le meraviglie di quella che sicuramente sarà una grotta fantastica. Nino è un bravo oratore, 30 anni di meno, niente baffi, potrebbe lavorare in tv; ha solo qualche difettuccio, non guarda mai nella telecamera mentre parla e spesso tira giù qualche porcazzo mentre sto filmando.
Scendendo guardiamo per bene la frana che c'è sopra al primo pozzo, tutto il materiale probabilmente messo la dai militari quando hanno scavato la galleria laterale, fa veramente impressione, ci sono pali di legno che una volta tappavano completamente il fondo che non si capisce quanto possano ancora tenere e sassi enormi che sembrano incastrati bene ma...
Si va avanti con il nostro lavoro di documentazione e una volta arrivati alla sala del cervo cominciamo a sentire i nostri compagni più avanti che hanno gia raggiunto la zona scavo e si sono messi sotto con il lavoro. Noi avanti senza perdere tempo e dopo un oretta li raggiungiamo. Via con il secondo lavoro: rilievo della grotta da dove si era arrivati circa 20 anni fa, via con misure, bussole, inclinazioni andando a rilevare anche quei camini visti la prima volta che siamo entrati nel salone e poi mai più visitati. Sono tre ore che facciamo questo lavoro che non è che sia più di tanto faticoso, infatti un freddo gelido mi attanaglia e mi sento le ossa varamente ghiacciate.
Terminiamo il rilievo raggiungendo gli altri, hanno fatto un buon lavoro, sono arrivati sopra al pozzo che però poi più in basso si sposta nuovamente e una strettoia impedisce di andate avanti.
Anche qui, sassi sospesi in giro dappertutto e si deve fare una gran pulizia delle pareti per non avere problemi di sicurezza. Ultimamente ho come l'impresssione che continuiamo a trovare grotte un po' troppo "sporche", saremo mica "sfigati"!
Io non riesco a riscaldarmi e decido di uscire, Nino più o meno è messo come me, del lavoro ne abbiamo fatto parecchio, decidiamo di uscire!
Alla sera per festeggiare con onore la magnifica giornata e il sempre più interessante Bertiaga, decidiamo di andare a mangiare all'agriturismo Valle Bianca della morosa del Davide, dove abbiamo mangiato divinamente. Poi siamo scesi in località Campana di Lusiana dove c'era una sagra; abbiamo tentato la fortuna alla pesca e dopo un bel caffè corretto ce ne siamo andati a letto!


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