il respiro della val ceccona
Partecipanti: Elena, Jack, Nino
Sono passati sette giorni e siamo di nuovo davanti all'ingresso dell'Idefix.Siamo al solito il "gruppo dei tre",io, Jek e Elena. Qualche settimana fa abbiamo avuto un incontro con i ragazzi del Proteo nel quale siamo stati aggiornati sulla situazione dei lavori all'Obelix e abbiamo visto il rilievo dalla cui lettura sono emersi alcuni fatti interessanti: la grotta va verso la contrada Bagnara passando a poche centinaia di metri dalla Giasara; Matteo ci ha inoltre spiegato che gran parte l'aria della grotta risale il ramo nord che passa proprio sotto la val ceccona. Molto probabilmente esiste un ingresso alto a monte di quello attualmente conosciuto. In passato abbiamo gia cercato nella zona alta della val ceccona scavando sia alla Cogola che in altre due grotte senza risultati ma stiamo pensando di tornare a dare un'occhiata qua e la. Un eventuale ingresso alto dell'Obelix non sarà certamente l'Idefix che si apre a quota 900 sulla dx orografica della val ceccona. L'ingresso è sul fondo di una piccola valle e secondo la carta geologica è in corrispondenza con la grande faglia che interessa anche il Bertiagaloch. Con la vicina Grotta della Buela rimane uno dei principali punti interrogativi di questo settore. L'Idefix l'avevamo trovato ed esplorato nel 1994 ma personalmente dell'interno non ne ho alcun ricordo. Qualche anno fa avevo spinto Jek a tornare alla ricerca di una qualche prosecuzione e lui assiame a Marchetto e Davide l'avevano rivisitata;Grotta con passaggi strettissimi,ma niente aria e niente prosecuzioni. Oggi, come una settimana fa, di aria ce n'è parecchia e da qualche parte arriverà. Scendiamo il meandro e il pozzetto iniziale gia allargati la volta scorsa e arriviamo sopra al secondo pozzo,concrezionatissimo. Allarghiamo l'entrata che resta comunque una scomoda fessura che dopo 2o3 metri scampana. Metto,con non poche difficoltà, un paio di fix (è tutto concrezionato) e scendo. Dopo qualche metro il pozzo lascia intravedere una sala pensile anch'essa concrezionatissima che raggiungo con un breve pendolo. Mi raggiungono anche gli altri e mentre io cerco una qualche prosecuzione Giacomo incomincia a fotografare ed Elena cerca la presenza di fauna cavernicola che puntualmente trova. Le pareti sono ovunque ricoperte da colate e festoni ma niente prosecuzioni, il concrezionamento ha ricoperto tutto. Scendiamo alla base del pozzo 7-8 metri più sotto e anche qua è tutto stupendo. Giacomo arrampica un camino ed io un'altro ma ambedue chiudono. Sul fondo tra le concrezini sembra partire un meandrino di dimensioni centimetriche e l'aria sembra uscire da là. Attacco le pareti formate da latte di monte con punta e masoto e queste pian piano cedono. Ci diamo il cambio e più allarghiamo più aumenta l'aria. Dopo un pò che scaviamo ritroviamo la roccia e cosi mettiamo al lavoro il trapano. Dopo un po finiamo le batterie del bosch ed Elena risale a recuperare l'hilti che avevamo momentaneamente abbandonato in zona strettoie. In un paio d'ore avanziamo di meno di due metri e riusciamo a vedere un pavimento con acqua. Oltre il meandro sembra continuare strettissimo ma l'aria che ci arriva in faccia e che increspa la superficie dell'acqua ci fa ben sperare. Stanchi e sporchi usciamo in una notte limpida e fredda e ci cambiamo alla svelta. Sotto di noi lo spettacolo sempre affascinante della pianira veneta con le sue migliaia e migliaia di luce accese. Ciao Idefix, forse questo è solo l'inizio di un'altra storia.
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Thierry
Thierry