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HORNERLOCH SECONDO JEK

Attività svolta Domenica, 07 Agosto 2016

Partecipanti: Jack, Nino

HORNERLOCH_GLI_ESPLORATORI

Oggi è una giornata bellissima, c’è caldo, il sole, l’Altopiano è preso d’assalto dai turisti. Elena ha un altro impegno e al consueto appuntamento domenicale ci ritroviamo solo io e Nino che non ci facciamo prendere dall’euforia del resto del mondo di restare all’aria aperta. Progetti esplorativi ne abbiamo tanti ma a me viene un idea fantastica che viene subito condivisa dal mio compagno di avventure. Si ritorna all’Hornerloch! In questa grotta è già qualche annetto che non ci si mette piede, anche perché proprio Elena non prova una grande attrazione nei confronti di questa cavità e ci fa desistere quando viene riproposta l’esplorazione. Visto che fa caldo e siamo sulla strada, andiamo prima a dare un occhiata a un buchetto trovato un paio di anni fa sulla strada che scende a Calvene dal Monte Corno, il …. Però l’impressione è che la cavità non soffi e non aspiri per niente. Poco dopo siamo all’Hornerloch e, dopo un ennesimo studio sulla circolazione d’aria, decidiamo dove scavare alla ricerca di un eventuale prosecuzione. In effetti Elena ha ragione, la grotta non attrae molto, anche perché l’impressione non è quella di essere all’interno di una grotta ma in una cava di marmo rosso ripristinata e noi stiamo zizzagando tra i massi cercando di trovare la strada giusta. Però quello che impressiona e invoglia è l’aria che viene soffiata da questa grotta: è tanta e a noi piace molto! A differenza delle altre volte riusciamo anche a non ghiacciarci visto che in questa parte di grotta l’aria gelida (l’abbiamo misurata ed e’ a 8°, fuori ce ne sono 30) passa alta sul soffitto e non ci da fastidio. Scaviamo alternandoci per rimanere sempre caldi; la fessura da allargare non è piu’ larga di 10 centimetri e bisogna lavorare sempre con le braccia in alto, Nino ogni tanto testa il flusso d’aria con accendino e toscano, oltre la strettoia lunga un paio di metri non si vede niente di attraente ma oggi si è deciso di scavare qua e qua restiamo. Lavoriamo imperterriti per 5 ore quasi senza parlare, fortunatamente il materiale di risulta riusciamo a sistemarlo all’interno di un meandro che ci aveva illuso qualche anno fa e verso le 17.00 la gradita sorpresa: la fessura ormai è sparita e davanti a noi riusciamo a scorgere una parete diversa dalle altre, è una parete che non sa più di cava ma assomiglia tanto ad una parete di una grotta! Abbiamo intercettato, finalmente, quello che stiamo cercando da anni e dal cunicolo artificiale riusciamo a scorgere oltre un meandro che va! Euforici continuiamo gli scavi e dopo mezzoretta siamo tutti e due dentro al meandro. Lo sognavamo lungo e invece dopo pochi metri si ferma, scorgiamo in terra un passaggio stretto impraticabile da cui esce l’aria e oltre una stanzetta. Risaliamo il meandro e riusciamo a baipassare la strettoia passando da sopra e dopo una bella pulizia dai sassi sospesi in modo pericoloso sulla stanzetta entriamo per continuare la nostra avventura. Nino ritira fuori i sensori dell’aria (accendino e toscano) e via con la ricerca! L’aria sembra uscire da due posti, sfortunatamente strettini ma a noi ormai non fa paura proprio niente. Ritorniamo a casa, oggi abbiamo contribuito alla metamorfosi dell’Hornerloch: da cava a grotta e ancora una volta “CHI L’HA DURA, LA VINCE!!!”


Scritto da

Jack

Jack Socio G.S.S. dal 1990

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