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Falbalà

Attività svolta Giovedì, 13 Agosto 2015

Partecipanti: Jack, Nino

Giovedì 6 agosto sera abbiamo deciso di andare a placchettare un paio di grotte di cui avevamo fatto l'aggiornameto catastale. É una serata caldissima e la prima cavità da placchettare é la grotta Barboia, sul m. Corno. Siamo io e Jek e siccome siamo di strada passiamo a vedere quanta aria esce dall' Hornerloch. Attorno al piccolo ingresso orizzontale il terreno sembra arato, pensiamo dai cinghiali. L'aria esce violentissima e freddissima (4 gradi circa) ,chissa da dove viene. Forse un giorno quando avremo tanta ma tanta voglia di scavare, lo scopriremo. Per il momento, armati di trapano e portatile, scendiamo verso la Barboia. Ne approfittiamo per placchettare anche la vicina Grotta dei Partigiani il cui ingresso dista una decina di metri dalla prima. Ci spostiamo poi in val moltrina,in quel di Conco. Qui dobbiamo placchettare la grotta omonima, primo ingresso del Falbala'. Mentre ci prepariamo ci raggiunge Davide che sta tornando a casa dal lavoro e si aggrega a noi. L'ingresso alto, la Falbala' , si apre lungo il ciglio della strada mentre quello basso, la grotta della Val Moltrina si trova una cinquantina di metri più in basso, lungo la valle. Controlliamo prima l' ingresso alto e annotiamo che non c'è aria. Per raggiungere quello basso dobbiamo fare un giro per il bosco e attraversare la valle in quanto la fitta vegetazione ci impedisce di scendere da sopra come si faceva d'inverno. Con non poche difficoltà arriviamo all' ingresso e qui ci attende una sorpresa: gia a diversi metri dall'ampio portale ci arriva in faccia un forte soffio d' aria che diventa vento nella strettoia interna, punto in cui abbiamo fatto la congiunzione tra le due grotte. Facciamo due più due: se l' ingresso alto non aspira e quello basso soffia furiosamente vuol dire che l'aria viene da qualche altra parte. Veniamo così ad oggi. Siamo ancora io e Jek decisi a scoprire cosa si nasconde sotto la val Moltrina. Entriamo da sotto attrezzati con materiale da disostruzione e termometro laser. Passiamo le prime strettoie e arriviamo al bivio. A sinistra c'e la via in discesa da disostruire. Ci abbiamo lavorato un paio di domeniche tempo fa ma il posto anche se promettente era sempre bagnatissimo e poco invitante. Oggi é invece perfettamente asciutto e ventoso. L' aria viene comunque da destra, verso monte, dal lungo meandro da cui siamo arrivati il giorno della giunzione. Lasciamo al bivio i sacchi e risaliamo il meandro. Cazzo, non lo ricordavo così stretto, in qualche punto devo tornare indietro e riprovare a cercare l'altezza giusta. Ricordavamo che in un paio di punti c'erano dei laminatoi molto estesi, possibili punti interrogativi. Li raggiungiamo e li oltrpassiamo ma l'aria viene sempre giù dritta dal meandro. Lo percorriamo tutto fino al punto in cui passa accanto alla sala piena di rifiuti che sta appena sotto all'ingresso alto. Vuoi vedere che l'aria viene da fuori e non ce ne siamo accorti? Tiriamo fuori il laser e misuriamo.. La temperatura in tutta la grotta é di 8-9 gradi. Nella sala è di 17 e capiamo che l'aria non passa di là. Cerchiamo nel breve tratto di meandro a monte e tra le concrezioni scopriamo un piccolo passaggio da cui esce. A questo punto siamo felicissimi della scoperta ma abbiamo lasciato i sacchi dall'altra parte della grotta. A vedere cosa ci sia dietro al buco nero soffiante torneremo un' altra volta. Ripercorriamo a ritroso la strada fatta in precedenza e torniamo al bivio. Abbiamo ancora a disposizione un paio d'ore e decidiamo di continuare lo scavo verso valle iniziato un paio d'anni fa. Per farlo chiudiamo con del nylon il meandro a monte per rallentare il flusso d' aria che in questo punto é molto fastidioso. Allarghiamo il cunicolo in discesa per alcuni metri e Giacomo si infila fin dove é possibile ma una curva molto stretta impedisce di vedere oltre. Durante lo scavo ci rendiamo conto che arriva aria anche da sotto. Alle 22 decidiamo che per oggi può bastare così. Goccetto all' osteria Val ceccona e poi via verso il centro di Asiago che troviamo ancora gremito dai turisti agostani. Poi a letto sognando un nuovo abisso in val Moltrina.


Scritto da

Nino

Nino Socio G.S.S. dal 1972 (Socio Fondatore del G.S.S.)

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