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BERTIAGALOCH
QUASI BUONE NOTIZIE DAL FONDO

Attività svolta Domenica, 08 Marzo 2015

Partecipanti: Elena, Jack

IL_NUOVO_POZZO
LA_SALA

La volta scorsa, dopo l’esplorazione in Cogola, ci è venuta la brillante idea di andare a dare un occhiata alla strada che porta in cima al Bertiaga. La cava e’ aperta per cui i cavatori, per potervi accedere, hanno sgomberato la neve dando anche a noi la possibilita’ di arrivare al Bertiagaloch e volendo, anche al Tuarloch lasciati, al meritato riposo invernale. Ultimamente i risultati eclatanti stentano ad arrivare nonostante i nostri mostruosi sforzi disostruttivi. (un colpo de culo, no?). Sappiamo che il Bertiaga sul fondo nasconde un passaggio ormai aperto e la voglia di festeggiare qualche nuova scoperta e’ tanta. Mezzo gruppo è impegnato al lavoro, Nino è ancora convalescente dopo il suo pit-stop per bionicizzazione della caviglia, restiamo io ed Elena vogliosi di scendere nelle viscere del Bertiaga. Preparare i sacchi è un impresa visto che il materiale da portare sul fondo è tanto ma in qualche modo, ottimizziamo il trasporto. Arriviamo in cava, parcheggiamo e ci vestiamo. Camminata sulla neve alta mezzo metro per circa 500 metri, Elena ha anche uno stivale rotto ed è molto felice di camminare sulla neve in quelle condizioni. Arriviamo all’ingresso basso della grotta (quello alto e’ 5 metri più in su), la neve non lo ha tappato, e come missili ci lasciamo scivolare verso il fondo. Ci arriviamo in poco tempo, sudati come mai, la camminata sulla neve è stata particolarmente pesante e l’aria che si sente nel cunicolo sembra essere ancora più forte e gelida. Entro con il trapano e vedo il foro iniziato da Nino la volta scorsa, pianto la punta e così non mi serve neanche ragionare sul lavoro da farsi visto che secondo lui, dietro a quello sperone di roccia c’è “il largo”. Lo sperone viene eliminato e in effetti, dietro, il vuoto! Elena, oltre ad essere brava ad armare, è anche brava a ripulire ogni singolo sassetto che si trova nei paraggi del pozzo ma come nel gioco della cabala, per questa sua maniacale pulizia, viene premiata da un bel sasso da chilo che da circa un metro di altezza la centra in testa! (vorremmo colpi di culo, no colpi de sfortuna). La roccia non sembra essere sana in nessuno di quei bei posti dove si andrebbe bene a piantere i fix, solo dopo mille ragionamenti riusciamo a doppiare e scendere il pozzetto nuovo di circa 8 metri, non senza frazionarlo a metà perché la corda sfregava sulla roccia. Siamo in una nuova saletta 4 per 6 metri, massi di crollo sul fondo, un bel camino da una parte, un pozzetto dove scende l’acqua ma che poi chiude, la solita faglia trasversale appena sotto il camino che però stringe. Guardiamo dappertutto con la speranza di trovare una via, ma ancora una volta l’impresa non sembra facile. I lavori da fare sembrano due: risalire il camino e vedere se c’è una prosecuzione alta e poi tentare di allargare la faglia trasversale. Altra ipotesi possibile è quella di scendere di nuovo con Nino (appena sarà di nuovo operativo) che sicuramente scoprirà qualche pertugio che noi vecchi neofiti abbiamo tralasciato.


Scritto da

Jack

Jack Socio G.S.S. dal 1990

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