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ABRI SASSI
ESPLORANDO SI IMPARA

Attività svolta Domenica, 23 Agosto 2015

Partecipanti: Elena, Jack, Nino

Possiamo dire di essere ancora in pausa disintossicante dal Tuarloch, lasciare per qualche periodo l’esplorazione di una grotta per dedicarsi ad altro, fa sicuramente bene! Oggi, la nostra attività si sposta nella nostra grotta storica, gli Abri Sassi che a dire il vero nell’ultimo periodo è stata un po’ trascurata a parte una puntatina qualche mese fa per sistemare l’armo del pozzo da 70!. Il trio esplorativo è sempre il solito, io, Elena e Nino. Abbiamo tentato di coinvolgere nell’uscita anche Marchetto Panda ma sembra proprio che sia allergico alle strettoie…. Partiamo leggeri, poco materiale da disostruzione, 8 metri di corda per mettere in sicurezza un passaggio sopra un laghetto, un paio di panini e la borsa d’armo con l’intenzione iniziale di sistemare definitivamente il pozzo da 70. Nella discesa cambiamo l’ordine di partenza e mi trovo io a fare da battistrada, Elena dietro e Nino a chiudere. Dopo i vari lavori di scavo, per allargare le molteplici strettoie, la progressione è velocissima, sembra quasi di essere in un'altra grotta, infatti, in 45 minuti ci troviamo gia a – 160 e qui, dopo breve riflessione, decidiamo di aprire il primo cantiere per allargare un passaggio sopra una pozzanghera che per essere superata spesso capitava di ritrovarsi con gli stivali pieni d’acqua. Detto, Fatto! ( unica pecca quella di aver “perso” una batteria del trapano “tocciata” dentro una vaschetta) Ripartiamo ma dopo pochi metri, via al secondo cantiere: alzare un cunicolo lungo circa 5 metri di una trentina di centimetri sempre per agevolare il passaggio! Fatto! Via l’attrezzatura e avanti ancora un po’ nel meandro e poi fermi di nuovo per far sparire un masso incastrato nel bel mezzo del cunicolo. Fatto! Arriviamo infine sul bivio delle risalite di sinistra. Qui Nino finisce l’ultima energia della batteria per allargare un altro passaggio infimo, poi abbandoniamo il sacco con il materiale da disostruzione e ci dirigiamo verso il pozzo. Gli ultimi cento metri di meandro, che poi si getta a capofitto nel 70, sono a dir poco fantastici, in effetti qui la grotta ha un altro aspetto e si intuisce che qui l’erosione ha avuto un comportamento diverso rispetto al meandro iniziale! Avanzo guardando in alto per studiare la zona e la mia attenzione si sposta in quello che sembra essere un nuovo meandro che arriva da destra. Provo ad alzarmi un po’ ma il passaggio è strettissimo, mi sposto di qualche metro e scorgo una via che soddisfa la mia curiosità, mi infilo, ed entro in una stanza che sembra del tutto nuova. Nino non ricorda nulla del genere, sappiamo che più avanti c’è il camino che stiamo risalendo ma qui niente. La sala è bassa con il soffitto semi crollato, (è staccato di 10 cm dalla volta e non si capisce come fa a restare su! Però è su!) in fondo di nuovo il meandro che va in su ma stringe. Con il faro faccio luce oltre così vedo, poco più avanti, le pareti che si allargano e sembra anche che il meandro continui! Evviva! Purtroppo non abbiamo con noi niente per allargare la fessura, sarà per un'altra volta. Elena intanto ha finito di mettere in sicurezza il laghetto posizionando la corda sui chiodi messi la volta scorsa e decidiamo come ultima cosa di andare a dare un occhiata alla risalita, cominciata un paio di anni fa, sul camino di destra prima del pozzo. Scopriamo che abbiamo in loco una bella corda nuova da 60-70 metri ed un un sacco, sono stati risaliti una decina di metri e probabilmente ne mancano altri 20 per arrivare in cima ma l’impresa sembra fattibile ! (mi viene in mente che all’epoca, abbiamo faticato abbastanza perché l’acqua che scendeva dal camino era tanta, oggi la grotta è praticamente asciutta visto l’estate poco piovosa per cui meglio sceglier bene il periodo per risalire). Abbiamo anche la tentazione di portarci a casa la matassa ma alla fine desistiamo e lasciamo tutto sotto al camino! Anche in questa zona abbiamo un’intuizione e prima di venire via, allarghiamo un passaggio sotto alla sala che sembra portare in una nuova zona. Dedichiamo mezzora del nostro tempo, per capire poi che eravamo semplicemente in mezzo alla frana e niente di più, peccato! Sono ormai le cinque di sera e decidiamo di tornare a casa, prima di partire ci mangiamo un panino con crudo e maionese (che goduria) e facciamo il pieno di energia con la cioccolata alle nocciole! In due ore siamo fuori e via verso il bar della Val Ceccona per il mitico spritz e qui, parlando con gli altri avventori del locale, veniamo a sapere di un buco soffiante in una località vicina. Altro che battute in giro a boschi alla ricerca di nuove grotte! E’ davanti ad un buon bicchiere in compagnia che si fanno le grandi scoperte!!!


Scritto da

Jack

Jack Socio G.S.S. dal 1990

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