Abri Sassi

Riarmato il pozzo "Abri Di Sesamo"

Nino ormai è intrippato con el Buxo dela mulattiera e ha una gran voglia di andare a scavare in quel pozzetto. Le temperature, anche di giorno , sono abbastanza rigide e chi sta fuori dalla grotta a tirare su il materiale prende tanto di quel freddo da fare paura.

Sono ormai 15 giorni che ad Asiago si vive sottozero, ha nevicato a Roma, Urbino, nelle Marche, in qualche posto dove non si e' mai vista la neve, si sono trovati con tre metri abbondanti di coltre, praticamente mezza Italia paralizzata e incapace di affrontare la situazione.
Io, per contro, ho dovuto lavorare come un deficiente e perlopiù imbottito di aspirine e magheggi vari per tentare di sconfiggere il perenne malessere che mi stava addosso.
Pensare di andare a prendere freddo, neanche a parlarne. Come me la pensa anche la Chiaretta, la donna super fredda del gruppo che alla mattina della domenica mi dice che se si va agli abri, lei viene altrimenti se ne sta a casa al calduccio.
Giù in garage con me c'e' Marco Panda che mi da una mano a preparare i sacchie quando arriva il grande Nino, accetta la nostra idea di andare agli Abri, anche se un po' contrariato, chiamo subito la Chiaretta che si unisce al gruppo e giù alla Fina per il solito caffè.
Riusciamo a fare una macchina solo, così stiamo in compagnia e risparmiamo benzina e anche se un po' stretti arriviamo in contrada Abri sassi e iniziamo la vestizione. Nessuno ha fretta anche se Nino deve essere in negozio alle 15.00 perché si è preso l'impegno di aprirlo lui nel pomeriggio. Arriva anche il postino, vecchio compagno di esplorazioni e così approfittiamo per scambiarci qualche informazione su vecchi grotte e ingressi mai veramente visti.

Siamo pronti, sacchi pieni, corda per armare il pozzo "Abri di Sesamo" disarmato un paio di mesi fa, fix, un paio di trapani per fare veramente sul serio.
Uno alla volta ci infiliamo nel complesso e poi decidiamo di provare a chiudere la botola per vedere cosa succede alla circolazione d'aria all'interno della grotta. In qualche modo la abbasso è stando appena sotto si sente proprio un fischio, il respiro di questa grande cavità.
La progressione dopo i grandi lavori di disostruzione fatti, risulta essere notevolmente accelerata e dinamica, in breve siamo sopra al pozzo. Marco si sente armatore e comincia a rifare l'armo; scegliamo i punti adatti per piantare i fix, un bel coniglio e via verso il fondo del pozzo, sulla cengia altro coniglietto ma qui ci accorgiamo che la corda che abbiamo con noi e' corta e non arriva al fondo (e pensare che avevo preparato una bella 100). Riarmiamo sul vecchio spit e tutti giù.
Riaffrontiamo il meandrone e poco dopo siamo in zona scavo, l'ultima volta Nino aveva demolito un sasso in mezzo al passaggio, il problema sta nel fatto che quel sasso contribuivaa sostenere un massone gigante lungo sei metri che a vederlo fa veramente impressione e in più bisogna passarci sotto per andare avanti. Facciamo tutti i nostri calcoli, si pensa anche a demolirlo ma poi prevale la teoria che se quello e' la da migliaia di anni, "voto vedar che el casca proprio fin che simodriopassarghe sotto"!!!
Comunque allarghiamo per bene il passaggio e ci spostiamo più avanti, piantiamo fix su ogni pozzetto che una volta si faceva in libera e allarghiamo i passaggi più ostici, con noi non abbiamo corda ma intanto prepariamo gli attacchi così la prossima volta sistemiamo la faccenda in modo definitivo.
Sono quasi le 14.30, a Nino viene in mente che deve aprire il negozio, siamo a pochi metri dalla tirolese e decidiamo comunque di andare a dare un occhiata, dobbiamo prendere una decisione importante: aprire una nuova via giù per la buca da lettere (che io non ho mai visto) o continuare ad usare la via dei pozzetti? Sembra vincere l'idea della buca da lettere, vedremo in seguito se a vincere sarà questa idea.
Dietro front e via tutti a casa, adesso uscire dal pozzo Abri di Sesamo è una vera goduria, mai più manovre acrobatiche tempo ed energie sprecate. Questa si che è vita!