Abri Sassi

La "Buca da lettere"

Di nuovo comincio la cronaca parlando di Nino, stavolta con la sua cara Cia e' in viaggio in Thailandia, se ne starà via una quindicina di giorni.
I giovani vanno avanti e si organizza una bella uscita agli Abri Sassi. Marchetto vorrebbe puntare alla Giasara, noi un po' meno giovani pansiamo che per andare laggiù bisogna esserci un po' tutti; andare la sotto adesso è ogni volta una sorpresa ed è giusto che ci siamo tutti.
Io ci sono, Marco, Chiaretta, Davide ed Elena.
Con noi 100 metri di corda nuova, attrezzatura per armare e quella per scavare.
Marco Panda va avanti ed è proprio lui, oggi, ad essere l'uomo chiave della spedizione. Il giovanotto, prima si occupa di riarmare con grande maestria il pozzo Abri di sesamo, poi tutti i vari pezzettini che una volta scendavamo in libera. Viene colto solo una volta in fallo (ovvero da colpo di mona) quando si intestardisce un po' a voler scendere in libera il pozzo da 10 metri che porta alla buca da lettere. A parte questo, poi prepara un bel armo conigliesco e così per la prima volta ho l'onore anch'io di scendere questo bel pozzo che da anni vedevo solo da sopra, quando lo attraversavo tramite la tirolese che portava alla "via dei pozzetti".
Una volta alla buca da lettere, il giovine si trasforma in disostruttore e comincia ad allargarla, sembra essere veramente stretta e quasi impraticabile. Davide ha una bella idea, scende per la via dei pozzetti e risale per la buca da lettere tanto per capire se quello che stiamo facendo ha senso oppure no. Tutti siamo titubanti e non riusciamo a prendere una decisione che sia quella definitiva, non capiamo se il gioco vale la candela, forse conviene passare per la tirolese e non sprecare energie alla buca da lettere. Si scava e si ripensa continuamente, intanto la strettoia si allarga. Alla fine Marco ed io ci infiliamo e capiamo definitivamente che passare dalla "buca" la strada si fa veramente breve, in poco tempo si arriva alla base dei pozzetti e con un'altra giornata di lavoro la via dovrebbe essere sistemata. Risalendo troviamo sulla tirolese Elena e Chiaretta che volevano farsi un giro, la seconda però non si fidava di passare sulla corda tesa sopra al pozzo (in effetti corda e moschettoni sembrano antichi e non ispirano molta fiducia), non capiva come e dove si appoggiassero i piedi per cui aspettano, chiacchierando, il nostro ritorno.
Breve scambio di opinioni e via verso casa, un altro tratto della grotta è sistemato e il ritorno verso la luce è sempre più facile. Uscendo, Davide ci racconta che il bar della val Ceccona ha cambiato gestione, che adesso è più moderno e proprio ieri c'è stata l'inaugurazione ufficiale, sognamo tutti una bella birra seduti intorno ad un bel tavolino.
Arrivati al bar i nostri sogni svaniscono, i nostri vicini sono ubriachi fradici e parlano a voce alta, dopo un quarto d'ora di attesa senza che nessuno ci badi, riusciamo a ordinare birre medie e radler ma dopo un po', la super gnocca bionda ci dice che non può darci le birre! Che delusione, ci dobbiamo accontentare di uno spritz macchiato preso controvoglia.
Mi manca già l'anziana signora di prima che ogni volta ci accoglieva con la frase: "sio stai xo in telbuso?" e poi ci serviva da bere con gli immancabili sacchetti di patatine a far da contorno!
Ho giurato che nel nuovo bar non metterò mai più piede, riuscirò nell'intento? Mah!