3.1 Aspetti geologici ed idrogeologici

L' Altopiano dei Sette Comuni fa parte delle Prealpi Venete. Geologicamente è formato da rocce sedimentarie carbonatiche mesozoiche, attraversate da locali filoni basaltici di età terziaria nel settore occidentale. Schematicamente a partire dai terreni più antichi la sequenza è riportata di seguito.

Dolomia Principale: dei Trias Superiore, potenza sino ad 800 m, generalmente in grossi banchi, compatta, saccaroide in cui si sono sviluppate le grandi condotte sub orizzontali dove scorre l'acqua di circolazione carsica che alimenta le sorgenti di fondovalle.

Calcari Grigi di Noriglio: dei Giurassico Inferiore, con una potenza intorno ai 300 m, intensamente fratturati, entro cui si sviluppano le ampie cavità di drenaggio verticali. Rosso Ammonitico: del Giurassico Superiore, potenza dai 25-30 m, ben stratificato, nodulare, anch'essa determina un prevalente drenaggio verticale.

Biancone: del Cretaceo, della potenza di 200-300 m, compatto a frattura concoide. con frequenti noduli e liste di selce, a stratificazione minuta con letti di argilla. Tale roccia determina, assieme al drenaggio verticale lungo le fratture, scorrimenti orizzontali con formazione di piccoli bacini sospesi, soggetti a repentini svuotamenti in corrispondenza di zone particolarmente fratturate.

Scaglia Rossa: del Cretaceo Superiore, solo piccoli lembi, lievemente marnosa, nettamente stratificata.

Localmente si trovano depositi morenici.

La mancanza di un'idrografia superficiale e la presenza di numerose forme carsiche, rivelano come la rete di circolazione interna delle acque sia fortemente evoluta.

Lungo il Canal Brenta, nei punti topografici di quota più bassa del massiccio, scaturiscono alcune grosse sorgenti la cui portata complessiva rappresenta circa i 2/3 dell'acqua che si infiltra in Altopiano.

Le sorgenti carsiche più importanti sono: le sorgenti dell'Oliero e la sorgente del Ponte Subiolo. Le prime hanno in totale una portata media di 12 m3/sec, la seconda intorno ai 4 m3/sec.

Il regime idraulico è caratterizzato da notevolissime variazioni di portata che si possono verificare in un lasso di tempo brevissimo. Un simile regime determina un unico periodo di magra prolungata, riconoscibile nei mesi invernali quando le precipitazioni in Altopiano assumono carattere nevoso ed il terreno è per lo più gelato, e un unico periodo dì morbida prolungata nei mesi successivi durante lo scioglimento delle nevi. Nel resto dell'anno il regime è strettamente legato alle precipitazioni piovose con tempi di risposta molto brevi.

Altre sorgenti minori sono presenti lungo tutta la Valsugana, lungo la Valdastico e alla base della scarpata meridionale. Nella parte sommitale dell'Altopiano esistono alcune piccole sorgenti di interstrato legate alla fusione delle nevi e alle precipitazioni, con portate molto variabili e nulle per lunghi periodi di tempo. Sorgenti perenni in Val Renzola e a Gallio sono invece sbocchi dì sistemi carsici attivi, sviluppati lungo sistemi di fratture. Altre sorgenti sono legate alle coperture moreniche di Vezzena, Marcesina, Roana, Val di Nos e Rotzo. Questi materiali ritenuti erroneamente impermeabili funzionano in realtà come serbatoi d'acqua a rilascio continuo e quasi costante.

Un'interessante studio sull'idrogeologia carsica dell'Altopiano (Gennari, Landi & Sauro 1989) realizzato con l'uso di traccianti ha confermato che il massiccio è interessato in gran parte da un unico sistema carsico, in particolare si può affermare che i due più grandi sistemi di sorgenti di fondovalle (Oliero e Subiolo) fanno capo allo stesso bacino di alimentazione, che non corrisponde al bacino idrografico superficiale ma che è influenzato dalla struttura tettonica, secondo meccanismi tutt'oggi in fase di studio.

Per la ricerca alla quale si fa riferimento è stata realizzata un'esperienza con traccianti al fine di ottenere i tempi medi di percorrenza delle acque entro il sistema carsico dell'Altopiano. Un colorante è stato immesso in quota nel Ghelpach, torrente che attraversa Asiago e ne raccoglie tutte le acque reflue, ed è stato rilevato nelle sorgenti a fondovalle (a 12 km di distanza planimetrica) a 24 ore dall'immissione, raggiungendo la massima concentrazione dopo 16 giorni, fino ad esaurirsi dopo circa 50 giorni. Sulla base di questi dati la velocità massima di movimento delle acque entro il sistema è di circa 460 m/h. valore particolarmente elevato se confrontato con altri in bibliografia compresi fra i 25 e ì 400 m/h.