Generalità sulla speleogenesi dell'epicarso nell'Altopiano dei Sette Comuni

L'area esaminata risulta essere caratterizzata da formazioni carbonatiche (biancone, rosso ammonitico, calcari grigi) in cui si evidenziano intensi ed estesi fenomeni carsici.

Le escavazioni mettono in evidenza, sia sulle pareti che sui piani di cava, le caratteristiche peculiari di questo tipo di carsificazione.

Questa zona e quella immediatamente sottostante vengono definite con il nome di Epicarso. Questi orizzonti superficiali formano un ambiente particolare per le proprietà idrauliche che li caratterizzano e sono in grado di accumulare ingenti volumi di acqua.

La zona sottostante quella epicarsica è caratterizzata da "blocchi" rocciosi separati da condotti anche di notevoli dimensioni, che sono l'ossatura del drenaggio profondo di tutto l'Altipiano dei Sette Comuni.

Nella genesi dell'Epicarso svolgono un ruolo determinante i processi di condensazione dell'acqua presente nell'aria circolante nel massiccio calcareo.

«Alcuni studi (A. Klimchouk, 1995) hanno dimostrato che la ricarica di acqua dovuta a processi di condensazione può essere significativa sia nel bilancio totale dell'acqua di un sistema carsico sia sulla speleogenesi. ...», «... La ricarica dovuta a condensazione è attiva prevalentemente durante la stagione calda, in questo periodo nel massiccio carsico prevale l'afflusso di aria esterna ...», (Lanzarotto, 1997).

L'aria calda raffreddandosi condensa sulle pareti delle fratture l'acqua, che, portando in soluzione il calcare, le allarga.

Nei periodi freddi, essendo le cavità più calde dell'ambiente esterno, l'aria circola in senso opposto, tende a salire ed arrivata nella zona "epicarsica", più fredda, condensa l'acqua sulle pareti dei pozzi.

Con questo meccanismo i pozzi, posti alla base della zona epicarsica, si sviluppano verso l'alto. Proprio per questo motivo nei fronti di cava si possono trovare strutture carsiche, apparentemente non collegate con l'esterno, che non raggiungono la superficie del suolo.

È interessante evidenziare come si articoli lo sviluppo di cavità annesso alle vie di scolo della zona in esame (Fig. 1):

A. dal punto focale del flusso epicarsico inizia una corrosione localizzata ad alcuni metri sotto la superficie;
B. da questo punto prende il via un intenso allargamento della frattura maggiore si forma così un pozzo che non ha in genere un'entrata dalla superficie;
C. l'aumento progressivo del diametro del pozzo e l'isolamento di massi sulla volta si evolvono generalmente in un crollo ed in alcuni casi in un'apertura esterna;
D. crolli successivi portano alla formazione delle cosiddette "doline di crollo".

Fig. 1.- Modello di sviluppo di un pozzo alla base della zona epicarsica associato a forme superficiali. (Disegni di M. Lazzarotto da Speleologia Veneta volume 5 anno 1997)

  1. Stadio iniziale.
  2. Pozzo allo stadio "incognito.
  3. Stadio di collasso.
  4. Formazione di doline di crollo.

Aree in cui questo fenomeno è stato studiato ed appare nella sua maggior evidenza sono: Voltascura, Kaberlaba, Col dei Remi, Col Novanta, Melago, Col del Rosso.